Canistro. Il tribunale del Riesame dell’Aquila ha annullato il sequestro preventivo della valvola e del misuratore posti sulla condotta di adduzione della sorgente Sponga di Canistro situato nello stabilimento dell’acqua Santa Croce. Il sequestro, operato dai carabinieri su provvedimento della procura della Repubblica di Avezzano, poi convalidato dal Gip, era scattato nelle settimane scorse in seguito agli esposti della Regione Abruzzo contro la società Santa Croce, accusata di aver manomesso valvola e misuratore al fine di captare acqua senza autorizzazione.
Lo ha reso noto la stessa società che aveva fatto ricorso al Riesame per contestare la decisione. Si tratta solo dell’ultima puntata di un contenzioso tra la Regione, proprietaria della sorgente, e la Santa Croce Spa, che aveva la concessione, e che mantiene la proprietà dello stabilimento e del marchio di livello nazionale. Il Tribunale, accogliendo le tesi difensive dei legali Roberto Fasciani, del foro di Avezzano, e Alessandro Diddi, del foro di Roma, ha annullato il provvedimento ritenendo, tra le altre motivazioni, che la saracinesca ed il misuratore sarebbero beni appartenenti alla stessa società. Il patron Camillo Colella non ha voluto commentare nel merito il pronunciamento limitandosi a sottolineare che “già la decisione del Giudice di Pace di qualche giorno fa che ha annullato l’ordinanza di ingiunzione inflitta della Regione, stabilendo che la Santa Croce è in proroga e quindi l’imbottigliamento è regolare, poi del Tar che ha sospeso la gara per la nuova concessione ed oggi la decisione del Tribunale del Riesame sono tre segnali importanti che si sta facendo chiarezza sulla vicenda e sui ripetuti abusi subiti e sempre denunciati”. La Santa Croce ha 75 dipendenti, tutti avviati al licenziamento dopo l’espletamento delle procedure di mobilità avviate dall’azienda.