Avezzano. Sei personaggi, ognuno con la propria storia, che puntualmente si incontrano davanti al bancone di un bar dove cercano di sfogarsi l’un l’altro e trovare la forza di voltare pagina e andare avanti aggrappandosi a una speranza sempre molto sottile. E’ questo il tema di “Animali da bar” che andrà in scena questa sera al Teatro dei Marsi.
“Animali da bar” può essere identificato come uno spaccato di vita quotidiana. Nella realtà di tutti i giorni, incrociamo figure e volti che anche se apparentemente lontani l’uno dall’altro, hanno molto in comune. Gabriele Di Luca questo lo sa e ammette l’importanza di calarsi nei panni dei personaggi portati in scena per meglio fare arrivare il messaggio al pubblico.
“Parlerei di un vero e proprio habitat”, spiega, “che si applica alla scena con un sistema di dinamiche tutto particolare. Il bar presenta uno scenario interno, ma diventa anche un luogo di incontro e di passaggio dove si possono incrociare una serie di personaggi. E’ il luogo per antonomasia dove incontrare persone e condividere esperienze e conoscenze. Tra le sue mura è tutto slegato. Potrei definire questo nostro bar come una sorta di purgatorio aperto h24. E poi si beve solo birra. E poi c’è l’aspetto della comicità. Da Platone in poi è giustamente considerata come una tra le più alte forme di intelligenza e, al tempo stesso, di perdono che ci fa rendere conto di come la vita sia un lungo viaggio”.
Ma possiamo definire questo spettacolo come lo specchio dei tempi che stiamo vivendo e di come la società odierna ci ponga di fronte una serie di contraddizioni più o meno evidenti? “Lo scopo del teatro è anche quello di portare un messaggio fatto di condivisioni e di punti di vista. Non è univoco ma è una visione del mondo e di ciò che accade. Il pubblico contribuisce a creare spettacoli sui propri sogni e sulle proprie esperienze. Condivide, partecipa, riflette”.
Se lo scopo del teatro è anche quello di veicolare un messaggio e soffermarsi a riflettere su di esso, non è detto che ciò avvenga senza fatica o intoppi. Rischi del mestiere, direbbe qualcuno. “Il mio scopo come drammaturgo è quello di portare temi vissuti sul presente. La prosa moderna può avere la stessa dignità dei classici ma può anche portare nuove forme di interpretazione. Il testo classico è eterno, lo sappiamo, ma i drammaturghi di allora scrivevano del presente di allora, quelli di oggi del presente di oggi. E’ giusto e inevitabile che sia così”, prosegue Di Luca.
L’uomo, per natura, è debole. Questo sembra suggerire “Animali da bar” e il suo tone of voice. Una considerazione che Di Luca non censura ma che, anzi, sostiene. E quali sono, quindi, le debolezze dell’essere umano dei nostri giorni? Dove affiora la fragilità del proprio carattere? Su questo, non ha dubbi: “Nell’angoscia, che è diversa dalla paura. Questa ti fa mettere in difesa e spesso anche agire correttamente. L’angoscia no, ti fa vedere tutto in negativo, senza speranza e senza prospettiva. Questa è la più grande debolezza dell’uomo dei tempi odierni”.