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Il teatro dei colori sbarca nella capitale, da domani a domenica al teatro Mongiovino

Redazione Attualità di Redazione Attualità
14 Marzo 2013
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Avezzano. Dopo Avezzano, Orsogna, Benevento, Perugia, San Benedetto del Tronto, Porto san Giorgio, Porto Sant’ Elpidio, Lucca, il Teatro dei Colori approda a Roma. In programmazione al Teatro Mongiovino, Via Giovanni Genocchi, 15, venerdì 15 marzo alle  ore 20.30,  Sabato 16  e Domenica 17 ore 16.30. Con lo spettacolo “COLORI, immaginare l’immagine” da Klee, Kandinsky, Albers, Mondrian, Munari. Un evento speciale per il progetto “Arte Teatro Scienza”. Scrittura scenica e regia :Gabriele Ciaccia. Con: Gabriele Ciaccia, Valentina Ciaccia, Monica Di Bernardo, Roberto Santavicca. Collaborazioni: Mauro Lambardi, Mario Serchia       Produzione: Gabriella Montuori. Un punto di luce bianca diventa tanti punti colorati, la luce disegna linee che giocano, si moltiplicano, ruotano. Nascono forme bianche e nere, poi mani colorate si incontrano, scherzano, seguono la musica, nascono forme giocose gialle, rosse, blu, viola, verdi, arancio. Poi da un grande cerchio bianco nascono quadrati, cerchi, rombi, triangoli, rettangoli di ogni colore, ed ogni forma diventa altre forme: grandi, piccole, lunghe. Ma le forme colorate sono anche personaggi dei giochi e della natura, un viso nasce Colori 5 adai colori le sue espressioni sono gli stati d’animo, le immagini delle stagioni nascono da un arcobaleno, tutti i colori delle luce. “Colori” è lo spettacolo come  pura visione, racconto di storie e di atmosfere, di tempi e di stagioni, di natura e di geometrie, di contrasti e di accostamenti, di accordi, di pitture, di stati d’animo. E’ la poesia dell’evocazione di immagini dalla “semplicità” delle basi geometriche e dalla “scomposizione” primaria dei colori nella luce, nel racconto della loro “composizione”. E’ l’informazione sulla funzione di un linguaggio iconico come da manipolare, modificare, modulare, costruire. E’ la conoscenza di un mondo che ci è complice, anche ad occhi chiusi, quando le immagini le immaginiamo.  Lo spettacolo è realizzato mediante le tecniche proprie del teatro d’immagine, con i particolari accorgimenti tecnici del teatro “nero”. La struttura di questo lavoro, che privilegia il momento “visione”, è basato sull’utilizzo appropriato e misurato della “luce”, creando nello spazio scenico delle profondità virtuali in relazione ai “campi” di illuminazione. Inoltre con un particolare ed attento utilizzo dei “tipi” di illuminazione (luce positiva, luce nera, proiezioni) si possono evidenziare gli effetti derivati dai nuovi e moderni colori con composizioni chimiche differenziate (colori fluorescenti, luminescenti, neon, rifrangenti). Questo perché lo studio e l’educazione all’immagine, non può prescindere dall’analisi e dalla conoscenza delle tecniche, fondamenta dei linguaggi. Di particolare importanza è il riferimento agli studi compiuti, nel campo delle arti visive, nel nostro secolo. Nel ricordare Klee, Kandinsky, Albers, Arnheim, Mondrian, gli esperimenti dell’Arte Cinetica, Munari ecc. l’augurio che questo “Colori” possa essere d’aiuto a chi nel mondo della scuola, spera con passione verso quel rinnovamento veicolato dell’immaginazione, dalla libertà e dalla fantasia. Nello spettacolo, gli attori sono servi di scena, sono vestiti di nero, la lampada nera valorizza, come piano di illuminazione, solo le sagome luminescenti che gli attori – manovratori muovono, esprimendosi nelle azioni compiute nello spazio e nel “colore”. Con questo spettacolo, che ebbe il riconoscimento dall’osservatorio critico dell’E.T.I, quale migliore produzione, e dopo più di trecentocinquanta repliche, riprende il ciclo dedicato al colore, principio della ricerca della Compagnia con lo spettacolo che ne ha segnato le origini e la storia, esperienza iniziata alla fine degli anni ’80 che ha avuto come testimoni personaggi quali Bruno Munari, Maria Signorelli, Otello Sarzi, per collegare la ricerca delle arti visive nel teatro all sua funzione pedagogica.

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