Cerchio. “Viviamo in uno stato di diritto, dove è possibile far valere le proprie presunte verità, sia in chiave amministrativa che penale, rivolgendosi a chi è chiamato ad applicare e far rispettare le regole. Questo è valso nel passato e resta valido per il futuro”. Questa la risposta del sindaco di Cerchio, Gianfranco Tedeschi, alle polemiche innescate dal consigliere di minoranza Giuseppe Ciotti. “Il consigliere Ciotti sa bene queste cose, visto che si erge a paladino della giustizia”, ha continuato Tedeschi, “queste sono le regole del gioco (la legge): si applicano sempre, anche per Ciotti quando si trova nella posizione scomoda, in questo caso in “lite pendente” con il Comune, quindi incompatibile per legge, fino a prova contraria. Non perché è antipatico a qualcuno, oppure, tesi che fa sorridere, per mettere a tacere ogni forma di dissenso, ergendosi a baluardo della democrazia secondo il proprio “pensiero”. Se è convinto di essere nel giusto ha tutti gli strumenti per difendersi, forse in maniera più elegante, cioè senza cercare di gettarla in cagnara, quasi mettendo in dubbio il lavoro della Magistratura che non ha certamente bisogno di sollecitazioni per svolgere, come fa, le funzioni di controllo e di repressione di ogni reato. Se Ciotti ha degli elementi o prove che attestano eventuali abusi le presenti chiedendo di indagare, altrimenti farebbe meglio a limitarsi al punto in questione, la sua incompatibilità nel consiglio comunale di Cerchio, anche per evitare di essere chiamato a rispondere delle sue “chiacchiere in libertà”. Il resto sono illazioni gratuite e un goffo tentativo di fare “ammuina” per sviare sul nodo del contendere e farsi passare per vittima. Però questa è storia nota alla comunità cerchiese che, dopo averlo visto in azione come sindaco, “ha preso le misure” mettendolo, ormai da anni, nelle condizioni di “non nuocere”.