San Vincenzo. Viene definito il personaggio chiave nell’inchiesta. Giulio Lancia, sindaco di San Vincenzo Valle Roveto, ingegnere della Cpl Concordia, società finita nei guai nell’ambito della metanizzazione di Ischia, ha raccontato ai pm e al gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare per otto persone, tra le quali il sindaco dell’isola d’Ischia, Giuseppe Ferrandino, quello che sa tra i rapporti al centro dell’indagine tra i personaggi coinvolti nella vicenda. In particolare, Lancia ha raccontato agli inquirenti il rapporto tra la sua società e le istituzioni ischitane, ma anche il legale tra Antonio Piccolo, uno dei maggiori subappaltatori della Campania e suo ex collega, e il boss Michele Zagaria. Il sindaco di San Vincenzo Valle Roveto è dirigente tecnico della Cpl Concordia e sarebbe la “gola profonda” della vicenda. Proprio lui avrebbe chiarito la posizione della sua società ai pm partenopei a seguito dell’arresto di Ferradino, accusato di aver favorito la Concordia nel grande appalto per portare il gas sull’isola in cambio di convenzioni con aziende riconducibili alla sua famiglia, ma anche di assunzioni e regalie varie. Lancia, ex componente del consiglio di amministrazione della Cpl Concordia e alla guida dell’area tecnica Campania-Abruzzo, è responsabile del progetto da 15 milioni di euro per la metanizzazione di Ischia. Secondo l’accusa, tra la Concordia e Ferrandino c’era un vero e proprio patto nel quale era compresa anche l’assunzione del fratello del primo cittadino dell’isola Massimo, come consulente. Lancia, ascoltato dai pm, ha precisato come: “l’avvocato Massimo Ferrandino non sappia nulla e nulla capisca della materia di cui si occupa abitualmente la Cpl”. Il primo cittadino di San Vincenzo, quindi, avrebbe chiarito la posizione della sua società davanti agli inquirenti cercando così di smontare questa fitta rete di accordi e favori illeciti a causa dei quali Ferrandino è finito in manette. Ma c’è di più. Negli ultimi giorni, infatti, nel mirino degli investigatori è finito un altro grande appalto che riguarda la metanizzazione dei comuni dell’agro aversano, sempre in Campania. Il sindaco rovetano è indagato insieme ad altri tre dirigenti di Cpl Concordia per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli. L’indagine è parallela a quella di Ischia e coinvolge oltre all’ex presidente della cooperativa Roberto Casari, anche Giuseppe Cinquanta, ex responsabile commerciale per la Campania di Cpl, poi diventato presidente di Cns (consorzio nazionale servizi) di Bologna e Pasquale Matano, ex responsabile Cpl distribuzione per la Campania. Hanno ricevuto tutti l’avviso di garanzia dal pm antimafia Catello Maresca, che indaga sulle rivelazioni del pentito Antonio Iovine, secondo cui Cpl, dopo aver ottenuto i lavori di metanizzazione di alcuni comuni del Casertano, avrebbe appaltato la posa delle tubature del gas a ditte locali appannaggio del clan dei casalesi, fazione Zagaria. I quattro, ormai tutti ‘ex’ Cpl, sono indagati insieme a componenti della famiglia del boss Michele Zagaria e ad Antonio Piccolo. Lancia, inoltre, è rimasto coinvolto nell’inchiesta sull’esplosione avvenuta nel 2013 alla scuola materna di Piano d’Accio (Teramo) per il suo ruolo dirigenziale nella Cpd Concordia.