Avezzano. Il sindaco Gianni Di Pangrazio ritira le deleghe all’assessore alle Politiche ambientali e arredo urbano, Crescenzo Presutti, e nei banchi del consiglio si scaldano gli animi. Le poltrone della giunta comunale sembrano essere a tempo. Dal giugno 2012, anno in cui si insediò l’attuale maggioranza, a oggi si sono alternati in giunta ben 14 assessori alcuni dei quali sono rimasti giusto il tempo di capire i filoni tematici delle loro deleghe e poi hanno lasciato il posto ad altri.”Ci sono le questioni di grande politica e quelle di piccola politica. La mia personale vicenda appartiene a quest’ultima. Quelli che la pensano come noi sono quelli che non la pensano come noi, scriveva Sciascia”, ha commentato Preseutti, “in una normale democrazia il dissenziente è l’avversario che rafforza anche il capo perché lo affronta con la dialettica, libro contro libro, intelligenza contro intelligenza. Ma il capo non sempre è in grado di ascoltare e talvolta percepisce la critica come un complotto e scambia l’ironia con l’infedeltà. La scorciatoia dell’epurazione e la sostituzione dei dissidenti con i transfughi pentiti della minoranza non porta nulla di leggero e di pulito, ma solo il ghigno truce di chi non sa ridere di sé e festeggia una vittoria di piccola politica. Dispiace solo sapere che ancor oggi vale il principio che: se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Se fino a ora i rimpasti sono stati accompagnati da semplici commenti politici che dopo un paio di giorni nessuno più ricordava ora la posta in gioco è alta e gli equilibri sono sempre più sensibili. Manca infatti poco più di un anno alle elezioni per il rinnovo del consiglio e le mosse del sindaco Di Pangrazio vanno ponderate come quelle dell’ultima partita di un’ambitissima battaglia navale dove la posta in gioco è il timone della città. Per questo se l’uscita di scena di assessori di cui in pochi ricordano l’operato non ha destato stupore, quella di Presutti – annunciata mesi fa a causa dei dissapori tra quest’ultimo e il sindaco – sta facendo discutere. Due gruppi di maggioranza, Udc e Partecipazione popolare, sarebbero pronti a passare in opposizione se le deleghe di Presutti andassero a finire nelle mani di altri. “Con stupore e disappunto apprendiamo la notizia della inopinata revoca, da parte del sindaco, delle deleghe a suo tempo conferite all’amico assessore Crescenzo Presutti”, hanno commentato Emilio Cipollone e Stefano Chichiarelli, “Di Pangrazio non solo non ha concordato la decisione con i sottoscritti ma ha deciso intraprendere un percorso non più condiviso con la parte politica che rappresentiamo. A circa un anno dalle elezioni amministrative, il sindaco ha ritenuto di modificare, con atto unilaterale, l’assetto della maggioranza che lo accompagnerà fino alla fine del suo mandato amministrativo. Prendiamo atto della decisione del sindaco annunciando che, sin da ora, ci riterremo liberi di agire nell’esclusivo interesse della città, senza soggiacere ad alcuna logica di appartenenza. Il permanere di questa decisione, implica necessariamente l’adozione, da parte nostra, di percorsi diversi per quanto attiene alle future scelte politiche”. Per Massimo Verrecchia: “La composizione della giunta Di Pangrazio fa pensare alla nota trasmissione ‘Avanti un altro’ ma la differenza è che il programma condotto da Bonolis è divertente. Il 28 luglio scorso -ricorda Verrecchia – a seguito dell’ennesimo rimpasto in giunta, nell’augurare buon lavoro ai neo assessori, avevamo dato il consiglio di “non fare troppo” altrimenti il sindaco Di Pangrazio li avrebbe cacciati. Ebbene il malcapitato Presutti, evidentemente troppo impegnato a svolgere il suo compito nel migliore dei modi, non ha recepito il buon consiglio la cui violazione lede il principio tanto caro al sindaco Di Pangrazio ossia quello di ‘lesa maestà’. Non pensiamo che questa ennesima decisione lasci insensibili alcuni consiglieri di maggioranza, molti dei quali sono relegati sino ad oggi, al solo ruolo di “yes man”, ma ci saranno probabili scossoni . Non vorremmo che questa maggioranza si regga con i soli voti determinanti di chi è stato eletto all’opposizione e con la ormai nota compiacenza di alcuni dirigenti di alcuni partiti di centrodestra ad Avezzano che, anziché svolgere un doveroso ruolo di opposizione, hanno svenduto vergognosamente il loro silenzio per un piatto di lenticchie”, conclude Verrecchia.