Avezzano. Si vede tagliare due terzi dello stipendio per inconferibilità ma non ci sta e denuncia la Provincia dell’Aquila a difesa dei Comuni. La battaglia del sindaco Gianni Di Pangrazio è tutta incentrata sulla nuova normativa che regola il rapporto tra dipendenti statali e amministratori pubblici. Il primo cittadino di Avezzano, che il 18 ottobre sarà in tribunale e se la dovrà vedere con l’ente di cui è dipendente che si è costituito in giudizio basandosi su un parere dell’Autorità anticorruzione, percepiva circa 4.600 euro mensili da dirigente, che ora si sono trasformati in circa 1.600. “Io mi sono candidato nel 2012”, ha spiegato il primo cittadino, “l’anno successivo la legge Severino ha decretato l’incompatibilità tra dirigente e sindaco. C’è stato anche un emendamento secondo cui fino alla scadenza degli incarichi la situazione non sarebbe dovuta cambiare”. Per tre anni il sindaco ha quindi subito soltanto una riduzione dello stipendio, sceso fino al minimo tabellare. Ora però la riduzione è diventata più consistenze, con un taglio di tremila euro a mese. “L’interpretazione che è stata data, ha chiarito il primo cittadino, “prevede il mancato rinnovo alla scadenza dell’incarico di dirigente. Un incarico che per Di Pangrazio è scaduto alla fine dello scorso anno. A quel punto è scattata l’inconferibilità dell’incarico dirigenziale visto che svolge l’attività di sindaco in un Comune con popolazione superiore ai 15 mila abitanti. “La legge è incostituzionale”, sostiene Di Pangrazio che in più occasioni ha contestato i risvolti della normativa Severino, “perché lede il diritto di un cittadino qualunque come è un dirigente. Non è possibile ricoprire questi incarichi dirigenziali neanche nel Comune di un’altra provincia della stessa Regione. La ritengo una violazione dei diritti del cittadino. Qualcuno fa una carriera, arriva all’apice e non può scendere in politica se non rinunciando alla propria professione e alla propria pensione”. Infatti anche la pensione di conseguenza viene calcolata in base all’ultimo stipendio e non rispetto a quelli precedenti. “Una legislazione”, ha aggiunto il sindaco, “che va a danneggiare i Comuni, perché l’incompatibilità per un dirigente riguarda sindaci, assessori, ma anche consiglieri comunali”. Ci sono numerosi casi in cui questa prescrizione non viene applicata perché nessuno ha fatto una eccezione su determinati amministratori pubblici. “Penso di fare una battaglia non solo per me e di parlare a nome di tutti i dirigenti pubblici di ruolo che hanno vinto un concorso e che hanno fatto carriera con tanti anni di sacrifici”, ha concluso Di Pangrazio, “e che stanno facendo o desidererebbero fare l’amministratore pubblico per mettere a disposizione della popolazione le proprie capacità”. Per gli effetti della legge Severino, il primo cittadino del capoluogo della Marsica rischierebbe anche di essere trasferito in Regione e messo in aspettativa, dovendo rinunciare all’intero stipendio. Se così dovesse essere una sua ricandidatura sarebbe molto improbabile.