Immaginiamo di entrare nell’area in cui si trova il franchising di fast food più diffuso in America e non avere altra scelta se non quella di scendere dalla propria auto e camminare anche più di 100 metri per effettuare un ordine. Aggiungiamo poi la stanchezza di un possibile lungo viaggio alle spalle e quindi la poca forza di volontà di portare a termine questo banale spostamento. Chi vince: la pancia o la pigrizia?
Prima del 1975 questo era il dilemma della maggior parte degli automobilisti che affrontava ore di guida senza sosta. Ma poi il servizio del McDrive è venuto alla luce e ha fatto svanire qualsiasi tipo di dubbio dettato dalla mente affamata degli americani.
Questo tipo di invenzione, dunque, sembra essere nato dalla necessità piuttosto che dalla convenienza: trascorsi diversi decenni, gli americani hanno infatti trovato sempre più ragioni per passare del tempo al volante. Dai brevi viaggi da un negozio all’altro, alle vacanze campestri e a viaggi più lunghi e impegnativi.
La cultura automobilistica è poi diventata sempre più dominante anche in Occidente e i proprietari dei ristoranti targati McDonald’s hanno presto raggiunto i clienti dai propri veicoli, traghettando il cibo tramite il finestrino dal bancone all’interno dell’auto.
Una metodologia, questa, largamente diffusa oggi non solo negli Stati Uniti ma anche in Italia. Ma siamo sicuri di conoscere tutte le curiosità e i segreti che si celano dietro ciò che viene considerato un vero e proprio “must”? La redazione di MarsicaLive ha domandato al licenziatario dei McDonald’s di Avezzano e L’Aquila, Gaetano Miranda, quali sono i meccanismi che permettono all’intero sistema di funzionare al meglio.
Come viene gestita la priorità del servizio tra canale McDrive e desk interno? Si tratta di due flussi indipendenti o si alternano?
Nelle nuove tipologie di ristorante, l’idea di canale prioritario non esiste più. Nel ristorante dell’Aquila – da più anni sulla piazza rispetto a quello di Avezzano – era inizialmente il drive ad avere la priorità. Nel ristorante di Avezzano, invece, non c’è più, come accennavo, un canale prioritario: la cucina è, infatti, strutturata in modo tale da servire nella maniera più veloce possibile tutti gli ordini. Indipendentemente dal fatto che si tratta di richieste esterne o interne.
I tempi medi di attesa sono gli stessi? Se una persona ha fretta, quale dei due servizi è più conveniente?
I tempi medi di attesa interni ed esterni non sono uguali: quelli del drive sono nettamente inferiori. Perché? Il tempo di attesa di chi usufruisce del servizio drive parte dal momento dell’ordine fino al ritiro, che viene effettuato in corrispondenza della cassa successiva a quella dove avviene il pagamento. E il tempo tecnico stimato è di 3 minuti, al massimo. La differenza tra servizio interno ed esterno è che quest’ultimo presenta una riduzione del gap di pagamento e quindi di un’eventuale fila.
Cosa cambia tra il McDrive italiano e quello americano, dove il servizio è nato ed è ancora molto popolare?
Il canale drive in Italia incide del 30% sul fatturato. Negli Stati Uniti, invece, il drive sfiora il 90%. Qui, infatti, è stato investito molto sul servizio con la realizzazione, ad esempio, di una doppia corsia. In Italia non è così: l’investimento, oltre che sulla parte esterna, punta anche sull’arredamento dell’interno, in quanto è da quest’ultimo che proviene il 70% del fatturato.
Inoltre, si sta assistendo a un’importante evoluzione tecnologica (in Australia e in parte degli USA) con il riconoscimento del wi-fi del cellulare di coloro che sono in auto. Secondo questo nuovo meccanismo si effettua l’ordine tramite l’app del McDonald’s, si entra nella corsia drive, il telefono rileva il wi fi del ristorante e l’ordine viene direttamente caricato sul display della colonnina senza il bisogno di dettare i menù scelti a voce. Lo si quindi conferma, si paga e si ritira. E’ importante specificare, però, che a livello procedurale l’intero mondo McDonald’s non cambia di una virgola da un luogo a un altro.