Lecce nei Marsi. A Lecce tutti ricordano Spallone come un personaggio irripetibile, ma anche come una persona speciale, fuori dalle righe.
I FUNERALI. C’è grande attesa per i funerali che si terranno domani, venerdì. La salma arriverà intorno alle 10 e sarà allestita la camera ardente in Comune, nella sala consigliare, come lui aveva desiderato. La celebrazione sarà officiata dal vescovo dell’Aquila monsignor Giovanni D’Ercole. Tutti hanno nel cuore il ricordo di spallone a Lecce, non c’è bar in cui non si parla di lui, non c’è piazza senza pannelli di persone che ne raccontano le imprese.
LE SPALLONATE. Sono infinite le cosiddette Spallonate. Basti pensare a quando voleva riaprire le case chiuse, oppure quando era intenzionato a riallagare il bacinetto del Fucino per sviluppare pesca e turismo, oppure quanto dotò i cimiteri di musica classica in filodiffusione. Ancora oggi a Lecce, dove è sepolta la moglie Luana e dove sarà sepolto nella cappella di famiglia, risuonano musiche soft. E poi le sue frasi più famose tipo: “se avessi scelto la carriera ecclesiastica sarei diventato Papa”. O ancora, quando gli chiesero se Andreotti fosse più giovane, rispose che, anche se con meno anni, sarebbe morto prima di lui. Così è stato. Oppure quanto ad Avezzano per fare l’isola pedonale, senza troppo tergiversare, fece piazzare le fioriere per chiudere in modo permanente le vie del centro. Poi a Lecce ha fatto tutto lui, dalla palestra alla strada che va in montagna fino a località “La guardia”, via panoramica intitolata rigorosamente a Togliatti. E poi le case popolari, i centri sportivi, la casa di cura per anziani, il mattatoio, la rima Piscina dell’intera zona, e così via. Ma l’elenco sarebbe infinito.
LUTTO CITTADINO. Il sindaco, Gianluca De Angelis sta preparando la proclamazione del lutto cittadino. Racconta un episodio simpatico: “quando ho vinto le elezioni è venuto in Comune e subito si è messo seduto sulla poltrona del sindaco, dove era stato per 15 anni, consigliandomi di sposarmi sulla sedia vicino. Lecce l’ha trasformata, è stato sindaco dal 1970 al 1985, ha fatto moltissime opere, tutti lo ricordano”. Sorride il parroco, don Vincenzo Piccioni, che lo ha incontrato a novembre per i morti al cimitero. “Sapeva che a Lecce era arrivato un parroco nuovo e subito volle sapere tutto di me e dei miei progetti per la chiesa locale per la quale ha fatto molto”.
UNA PIAZZA COL SUO NOME. Si pensa già a l’intitolazione di una piazza a suo nome. Il Pdl già chiede che il sindaco Gianni Di Pangrazio si attivi per le procedure burocratiche. “Si dedichi una strada di Avezzano a Mario Spallone”. Questo l’invito del Coordinatore provinciale del Pdl Massimo Verrecchia al Sindaco di Avezzano. “È bene che l’impegno civico promosso nei due mandati da sindaco di Spallone vengano ricordati per sempre dall’intera città e che la sua passione politica sia da esempio anche alle giovani generazioni”.
LA VITA E I POLITICI. L’intera vita di Mario Spallone è stata dedicata alla sua professione medica e alla politica. In particolare Mario Spallone ha vissuto a fianco, assistendoli come medico e come persona, dei padri del Comunismo e del socialismo italiani: Palmiro Togliatti, Pietro Nenni, Luigi Longo, Enrico Berlinguer, Nilde Jotti , Paolo Bufalini, Giorgio Napolitano. Rapporti di grande amicizia, sono intercorsi anche con esponenti del mondo cattolico come Aldo Moro e Giulio Andreotti. Nelle sue cliniche private sono passati i personaggi politici di tutti i partiti ed anche controversi personaggi della società civile rimasti coinvolti negli scandali più eclatanti della repubblica italiana e nelle vicende più oscure di cui ancora oggi non vi sono certezze.
LA FAMIGLIA. Mario Spallone è stato considerato dai fratelli (Giulio, Dario, Ascanio e Ilio) il vero patriarca della famiglia al quale, prevalentemente, si devono le fortune economiche della dinastia Spallone. Il solo Giulio non ha seguito le orme sanitarie degli altri fratelli avendo scelto la resistenza prima e la vita politica dopo la liberazione. Giulio è stato parlamentare del partito comunista ed importante dirigente del movimento cooperativistico nazionale. Mario era molto legato ai membri della sua numerosa famiglia, che lo hanno seguito anche quando non hanno condiviso completamente le sue scelte.
LA TV. Come quando decise di diventare editore televisivo rilevando una piccola televisione privata di Avezzano, Telemarsica, di proprietà di un altro importante imprenditore della sanità Nicola di Lorenzo. In breve tempo, nello spazio di un paio di anni, Telemarsica divenne Atv7 imponendosi come prima televisione privata abruzzese. Nella redazione di Atv7 sono passati i più importanti giornalisti abruzzesi diventando anche una fucina di giovani giornalisti che negli anni successivi, in parte, hanno costituito il centro giornalistico regionale. L’originalità della sua azione editoriale la si intuì in maniera compiuta quando venne eletto sindaco di Avezzano e decise di mettere al servizio della città e dell’Abruzzo intero la sua televisione creando una trasmissione, “Telefono aperto” che consentiva ai cittadini i di interloquire direttamente con le amministrazioni comunali.
IL PCI E LA RUSSIA. Importanti i suoi rapporti internazionali soprattutto con i dirigenti del Partito Comunista dell’Unione sovietica, e in particolare con l’ultimo dei suoi leader, Michael Gorbachov, che gli conferì l’ordine dell’amicizia dei popoli, una sorta di ordine di Lenin per le personalità residenti al di fuori dell’Unione Sovietica. Nei suoi ripetuti viaggi in questa sterminata nazione veniva ricevuto all’aeroporto di Mosca con gli onori di stato, come se fosse il capo di un altro stato. Nella sua villa di Palestrina sono passati tutti gli ambasciatori sovietici in Italia, lo stesso Gorbachov, Zagladin, il ministro degli Esteri Dell’Unione Sovietica, che entrarono in contatto con l’intellighenzia “rossa” romana. La sua casa era un salotto per l’aristocrazia rossa dove intellettuali come Trombatori e Guttuso allietavano le serate con gli ospiti nazionali ed internazionali.
I SEGRETI CON SE’ NELLA TOMBA. Si dice che nei suoi tre libri, l’ultimo dei quali pubblicato solo sei sette anni fa, non avesse rivelato tutto quello che ha conosciuto nel corso dei lunghi anni vicino ai massimi dirigenti del partito comunista italiano. Si dice che avesse soltanto rivelato il rivelabile e che fosse depositario di segreti che rimarranno tali dopo la sua morte. Gli organi d’informazione nazionali si sono occupati di lui in moltissime occasioni. A fianco alle sue rivelazioni storiche che hanno sempre appassionato e affascinato gli storici contemporanei che hanno studiato, ricostruito ed analizzato le vicissitudini del partito comunista italiano, affiancava le sue stravaganze di uomo e amministratore che lo hanno reso celebre. Arrivò persino a realizzare una strada asfaltata di una quindicina di chilometri che parte dal paese e, completamente asfaltata, arriva al monumento eretto in alta montagna dedicato al partigiano russo Ivan. Inutile dire che intitolò questa strada panoramica a Palmiro Togliatti.
AMORE PER AVEZZANO. Non hai smesso di credere alla crescita e allo sviluppo di Avezzano e della Marsica, sotto tutti i profili, anche sportivi. Come non ricordare il suo impegno come presidente dell’Avezzano calcio negli anni ottanta allorchė dietro investimenti che allora sfiorarono il miliardo di lire, interamente tirati fuori dalle sue tasche, riuscì a portare la squadra in Serie C. Marco Mercuri Morrison