L’ospedale di Avezzano diventa una delle poche scuole italiane dell’Acoi – associazione nazionale chirurghi ospedalieri – per interventi in laparoscopia di base e avanzata.
Il riconoscimento è stato assegnato dall’associazione, a fine febbraio, al reparto di chirurgia generale del presidio marsicano che terrà la prima lezione pratica il 30 aprile nei confronti di 5 chirurghi-allievi, di cui 2 provenienti dalla Sicilia.
L’unità operativa di chirurgia, diretta da Pierluigi Di Stefano, entra così a far parte di una ristretta élite di ospedali a cui l’associazione nazionale dei chirurghi ospedalieri riconosce la professionalità e i “titoli” per esercitare l’insegnamento nella specifica tecnica.
In particolare il reparto di Avezzano sarà abilitato a impartire lezioni pratiche di chirurgia laparoscopica, senza l’apertura dell’addome ma solo con piccoli ‘buchi’ che rendono l’intervento mininivasivo, per corso base e avanzato. La prima seduta didattico-pratica, in programma l’ultimo giorno del mese corrente, sarà tenuta dallo stesso Di Stefano e da Domenico Marchi, già docente di chirurgia laparoscopica a Modena, che nell’ultimo anno ad Avezzano, con la chirurgia robotica (tecnologia di grande importanza che garantisce altissima precisione, mininvasività e sicurezza) ha contribuito ad alzare la soglia della qualità del reparto.
Il riconoscimento della ‘patente’ di scuola di chirurgia laparoscopica scaturisce dalla lunga esperienza maturata dal reparto di Avezzano che con questa tecnica effettua oltre l’80% degli interventi al colon retto, contro una media nazionale del 30.
Ogni anno, complessivamente, l’unità operativa di chirurgia esegue circa 800 operazioni, richiamando utenti anche da fuori regione, soprattutto dal Lazio, anche grazie alle metodiche non invasive che assicurano meno sofferenza, tempi di recupero più rapidi e degenze brevi, con riduzione dei costi sanitari.
Si tratta di un aspetto assai importante poiché abbassa di molto il rischio di complicanze post operatorie, i cui indici sono tra i più bassi a livello nazionale. Ciò che, oltre ad esprimere professionalità medica, è un parametro di affidabilità che incide sulle scelte dell’utenza. Ad Avezzano, tra l’altro, si pratica anche la fluorescenza, ossia una combinazione di tecnica e tecnologia che permette al chirurgo di individuare il punto preciso in cui sezionare l’intestino e di procedere successivamente alla sutura e all’efficace vascolarizzazione, riducendo al 2% il rischio di complicanze.
L’investitura attribuita dall’Acoi ad Avezzano è un altro importante tassello nell’ambito della strategia, avviata dall’azienda, finalizzata alla progressiva valorizzazione della chirurgia, ritenuta una delle principali branche su cui investire, in tutto il territorio provinciale, per alzare la soglia di qualità delle prestazioni e creare mobilità attiva.