Avezzano. Entrava con aria sorniona in classe e, dopo aver scrutato tutti gli studenti, iniziava con eleganza a raccontare l’arte italiana ed europea. Le sue lezioni su Caravaggio e sugli espressionisti rimanevano impresse nella mente dei ragazzi tanta era la passione che ci metteva nel raccontare quei quadri ricchi di stile e di innovazione. Da settembre, però, il professor Fernando Pasqualone non siederà più dietro la cattedra delle aule del Liceo Classico. Nonostante i ripensamenti, i rinvii e le suppliche di colleghi e dirigenti ha deciso di lasciare la scuola. Il suo pensionamento è stato salutato con rammarico e ironia dagli studenti del Torlonia che gli hanno anche dedicato un articolo sul giornalino della scuola. Da ex alunna, e soprattutto da cultrice della sua materia, non potevo non ricordare anche io la sua carriera scolastica e i suoi insegnamenti. La mia passione per l’arte era sempre stata immensa. Mi affascinava quel mondo fatto di persone estrose e fuori dalle righe che esprimevano tutto quello che avevano dentro davanti a una tela. Quando poi in prima liceo incontrai il professor Pasqualone questa idolatria esplose in un vero e proprio amore. All’epoca le lezioni di arte si tenevano in un laboratorio al
primo piano della scuola dove il prof. proiettava le opere d’arte che poi con savoir faire spiegava. Come per tutte le materie c’erano gli studenti più appassionati e quelli meno. Pasqualone si rivolgeva a tutti chiedendo però ai meno interessati di avere rispetto per l’arte e di non disturbare. E quando tutto era pronto si tuffava in quei quadri, come se facesse un viaggio nel passato, e li raccontava. Sembrava come se mentre Renoir dipingesse Pasqualone era lì vicino a lui e passo passo spiegava il perchè di ogni pennellata. Rimarranno sempre impressi nella memoria di tutti i liceali i memorabili compiti in classe che puntualmente si chiedeva di rimandare. La bontà d’animo del prof. spesso era il gancio giusto per i ragazzi che non avevano studiato a perfezione la materia e chiedevano venia. Al terzo liceo, pochi mesi prima della maturità, parlai con Pasqualone del mio desiderio di studiare l’arte. Ricordo ancora quel suo mezzo sorriso e le sue parole che mi fecero capire cosa dovevo fare. La mia passione doveva trasformarsi in materia di studio. Il prof. mi consigliò a perfezione cosa fare e le sue lezioni, che ancora conservo con gelosia nel mio studio, molte volte mi sono servite per vedere sotto un’altra ottica questo o quel pittore. A distanza di anni, dopo aver conosciuto diverse realtà scolastiche e universitarie, posso dire che il metodo di insegnamento di Pasqualone dovrebbe essere preso ad esempio da tanti giovani docenti perchè grazie all’amore che lui metteva nel raccontare l’arte molti ragazzi, come me, si sono appassionati alla sua materia. Ecco quindi che se la storia dell’arte, come la letteratura o la matematica, venissero spiegate con passione gli studenti si innamorerebbero di quella materia e trasforebbero lo studio da imposizione in passione. (e.b.)