Avezzano. E’ il primo giorno del senatore Luigi Lusi nel santuario della Madonna dei Bisognosi di Pereto e sembra essersi ambientato bene. Dopo 88 giorni di permanenza in una cella del carcere di Rebibbia, da ieri sera si trova nella struttura religiosa dopo che il gip ha accolto l’istanza presentata dai difensori dell’ex tesoriere della Margherita, accusato di appropriazione indebita. Farà un cammino religioso, come da lui scelto, nel convento immerso tra i monti della Marsica occidentale. Padre Giancarlo, il cappuccino che gestisce la struttura, ha spiegato che il senatore “farà lo stesso tipo di vita degli altri 22 ospiti, vivendo le esperienze come un ospite comune. Ha accettato”, ha affermato il frate francescano, “di vivere ogni aspetto di questa esperienza insieme agli altri. Questo infatti non è un albergo ma un luogo di culto e di scambio fraterno di esperienze e di condivisione quotidiana. La giornata si svolgerà con la sveglia alle 6.30, alle 7 messa, poi le attività di recupero. Anche lui farà le pulizie e i turni nelle cucine. Se ne farà richiesta potrà lavorare nel laboratorio che produce coroncine e altri oggetti sacri. Non è un classico monastero, ma piuttosto una comunità di recupero. Nel santuario soggiornano anche persone con problemi psichici, ma ci sono fedeli che vogliono semplicemente trascorrere un periodo di ritiro spirituale. Padre Giancarlo afferma che Lusi «è un figlio di Dio e lo accoglieremo con spirito evangelico. Non conosco Lusi di persona ma mi è sembrato in buono stato psicologico. Una idea dei fatti me la sono fatta, ma noi abbiamo un approccio senza pregiudizi, perchè le persone hanno una dignità che va al di là dei singoli sbagli».
Gli avvocati si sono detti soddisfatti della decisione del gip: «accogliamo con piacere la decisione del giudice: d’ora in poi si può intraprendere un percorso che porterà alla soluzione del problema e passerà anche dalla restituzione di tutti gli immobili di competenza della Margherita», affermano Luca Petrucci e Renato Archidiacono i quali assicurano che «il patrimonio verrà posto a disposizione dei liquidatori del partito». Riguardo allo stato d’animo del loro assistito, i legali spiegano che
Lusi «è sereno, è stata una sua scelta personale quella di fare gli arresti domiciliari nel santuario, perchè vuole compiere un percorso spirituale, insieme con le persone che vivono all’interno». Dal canto suo il gip Simonetta D’Alessandro nel provvedimento di scarcerazione di 6 pagine auspica che Lusi «nella situazione interinale potrebbe operare la restituzione del denaro trasferito in Canada, con inequivoco sintomo di affrancamento dal sistema criminale in cui egli sembra essere vissuto: una specifica volontà in tal senso, d’altronde, è già desumibile dal vincolo creato con la costituzione del pegno sulle quote delle società canadesi, in favore della procura di Roma». Lusi era finito in carcere il 20 giugno scorso. Il giudice ha anche disposto che Lusi possa avere un colloquio settimanale con la moglie Giovanna Petricone presso la biblioteca del Santuario, con facoltà di vedere la figlia di due anni.