Castellafiume. “Il popolo che non si arrese: la forza di sopportare, la tenacia di lottare, il coraggio di ricominciare” è il titolo della rappresentazione teatrale che andrà in scena domani a Castellafiume alle 21.30. Lo spettacolo, nell’anno del centenario, ripropone il devastante terremoto che rase al suolo la Marsica nel lontano 13 gennaio 1915. In quel clima di distruzione, dolore e di enormi difficoltà per il popolo marsicano, lo scoppio della prima guerra mondiale e l’epidemia spagnola aggravarono di molto una situazione già profondamente critica. Oltre a ripercorrere i tre eventi che scossero la Marsica e Castellafiume nei primi anni del ’900, lo spettacolo pone principalmente l’accentro sulla forza, sulla tenacia e sul coraggio di un popolo che tra mille difficoltà riesce a risorgere con grande dignità. Quella del terremoto si ricorda come la più grande catastrofe mai avvenuta nella Marsica, una delle più gravi nella storia dell’intera Italia. Erano le 7.48 quando la terra iniziò a tremare seminando distruzione e morte. La scossa fu molto violenta ed interessò un’area molto vasta dell’Italia centrale con effetti distruttivi in tutta la Marsica, nel Cicolano fino a Perugia, nell’alta valle del Liri fino a Cassino, nella valle dell’Aterno e nell’alta valle del Vomano, lungo le pendici opposte del massiccio del Gran Sasso, sul versante nord-occidentale della Maiella e nelle regioni dei monti Simbruini e dei monti Ernici. Il terremoto fu avvertito a nord fino alla pianura Padana e al Veneto, e a sud fino alla Puglia e alla Basilicata, segnalazioni di risentimento giunsero anche da alcune località istriane e slovene. Le statistiche ufficiali fanno ammontare il numero totale dei decessi a 32.610, mentre altre 3.000 persone morirono per le malattie e gli stenti nei mesi successivi. Nelle settimane che seguirono il sisma ci fu un’eccezionale ondata di freddo, caratterizzata da intense nevicate e incessanti piogge che aumentarono il disagio delle popolazioni e contribuirono ad aggravare i danni agli edifici, inoltre nei centri maggiormente danneggiati si svilupparono incendi. Numerosi i paesi completamente distrutti e ricostruiti in altri siti che persero gran parte della loro popolazione. Fortunatamente nel comune di Castellafiume i decessi riscontrati furono solo 19, ma notevoli i danni alle abitazioni. Solo pochi mesi dopo il sisma l’Italia entrò nel primo conflitto mondiale. La solidarietà internazionale fu rifiutata dal governo italiano per questioni di immagine politica mentre l’interruzione delle vie di comunicazione ed i rigori dell’ inverno impedirono l’afflusso dei soccorsi. Anche le notizie sul terremoto viaggiavano lente impiegando 11 ore a percorrere i 100 km da Avezzano a Roma. Anche la mancanza di informazioni precise causò confusioni e ritardi nell’opera di soccorso. Fu così che il terremoto prima, e la guerra poi, oltre a decimare la popolazione condussero verso una grave crisi con profonde e durature ripercussioni nella vita amministrativa, sociale ed economica delle comunità interessate. Come se non bastasse fra il 1918 e il 1920 si diffuse una delle più violente epidemie della storia, l’influenza spagnola che uccise decine di milioni di persone in tutto il mondo. Il virus fu portato in Europa dalle truppe statunitensi che nell’aprile 1917 confluirono in Francia per la Grande Guerra. Tale virus, di una violenza inaudit,a si diffuse velocemente anche in Italia raggiungendo la sfortunata Marsica e Castellafiume. Lo spettacolo, che parla di storia e della forza del popolo di montagna che non si arrese, ideato da Mario Vischetti e Sara Marcaurelio con la partecipazioni di numerosi attori e comparse, andrà in scena nella suggestiva Piazza Alcide De Gasperi. Federica Di Marzio