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Il Pd di Celano dice sì al fotovoltaico, ma deve essere realizzato altrove

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
16 Maggio 2012
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Celano. I consiglieri comunali del PD Carlo Cantelmi, Antonello Di Stefano, Aniceto Ciaccia, Calvino Cotturone, Nazareno Tiberi e Daniele Bombacino, intervengono sulla vicenda della realizzazione di un parco-fotovoltaico da 20 MW (tra i più grandi d’Europa) in località “Paludi – Prato vecchio” di Celano, a pochi passi dal Museo Preistorico.
“Questo del mega parco-fotovoltaico, e gli interessi ad esso collegato, è l’unico vero obiettivo che spinge ancora oggi il sindaco Piccone a tenere in piedi una maggioranza ormai disfatta, da sempre incapace di amministrare.
Nessuno ha mai messo in dubbio la necessità di sviluppo delle energie rinnovabili, da tutti considerate come una straordinaria risorsa energetica, ambientale e anche economica. Ma fortissime perplessità sono state da noi manifestate in Consiglio Comunale, nel corso degli ultimi due anni, sulle modalità con cui Piccone ha inteso dare corso alla realizzazione del parco fotovoltaico. Il Sindaco presentò il progetto preliminare in data 28 maggio 2010 e già in quell’occasione facevamo notare l’assoluta inadeguatezza della documentazione, con particolare riferimento alle indagini geologiche, idrologiche e archeologiche. In quel progetto si dichiarava che: “…l’area non ricade in zone di interesse archeologico”. Piccone, in pratica, aveva scelto di far ricadere il parco-fotovoltaico su di una vasta area ad alto pregio, soprattutto archeologico e paesaggistico, gravata anche da Usi Civici, senza valutare minimamente la fattibilità dell’intervento così come invece previsto dalla legge per opere di tale rilevanza.
Però, come era facilmente prevedibile, nel corso del 2011 durante la esecuzione di saggi archeologici richiesti dalla Soprintendenza è venuta alla luce una necropoli con tombe di epoca romana e tracce di reperti riferibili all’età eneolitica. In qualità di Consiglieri Comunali nel novembre 2011 ci siamo attivati presso la Soprintendenza Beni Archeologici dell’Abruzzo per avere informazioni dettagliate sulle operazioni di scavo in corso.
Ci veniva confermato dal Soprintendente Dott. Andrea Pessina che il parere definitivo in merito alla possibilità della centrale fotovoltaica sarebbe stato espresso soltanto al termine di tutte le operazioni di scavo sull’intera area di 50 ettari. Nonostante tutto, e nonostante anche la mancata acquisizione del parere da parte della Soprintendenza Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo, Piccone ha deciso di andare avanti con le procedure e ha fatto pubblicare nel dicembre 2011 il bando di gara per la scelta dell’Impresa alla quale affidare la progettazione esecutiva, la costruzione e la gestione dell’opera, esponendo così sempre di più il Comune di Celano a forti rischi di natura economica. Nel gennaio del 2012 abbiamo protocollato in Comune una “interrogazione” consiliare, sul tema specifico del parco-fotovoltaico, alla quale il Sindaco non ha mai dato risposta. Oggi con la campagna di scavi archeologici ancora aperta, con centinaia di tombe di epoca romana rinvenute (la più grande necropoli rinvenuta nella Marsica e forse in Abruzzo), con ritrovamenti di reperti risalenti al Neolitico (circa 5mila anni fa), in molti riconoscono l’enorme valenza archeologico-paesaggistica dell’area e l’opportunità di realizzare altrove il parco-fotovoltaico, così come da noi segnalato già due anni fa. Ma c’è di più. A seguito della pubblicazione del Bando di gara sono pervenute al Comune di Celano centinaia di quesiti inerenti richieste di chiarimento da parte delle Imprese che di fatto hanno costretto gli Uffici a rinviare la scadenza del bando di 3 mesi e non è escluso un ulteriore rinvio. Dai molti dubbi manifestati dalle Imprese concorrenti, tutte di valenza internazionale, emergono una serie di problematiche rilevanti. In primo luogo si evidenzia che: nell’attuale situazione del settore fotovoltaico alcuni requisiti richiesti dal bando non sono posseduti da “nessun possibile concorrente”, o “da quasi nessun concorrente”;
Altre questioni attengono alla mancata acquisizione, a tutt’oggi, dell’Autorizzazione Unica della Regione Abruzzo (lo stesso Comune dichiara di non avere specifiche previsioni sui tempi di ottenimento), dei nulla-osta della Soprintendenza Archeologica e Paesaggistica, del mancato avvio delle procedure di esproprio dei terreni su cui realizzare l’elettrodotto di consegna dell’energia, sulla poca certezza dei tempi di realizzazione della centrale di consegna dell’energia da parte di TERNA e alla mancata acquisizione dei nulla-osta relativi alle aree interessate dall’elettrodotto (Società Autostrade, ANAS, Ferrovie dello Stato, ecc.).
Alla luce di tutto ciò noi continuiamo ad esprimere forte perplessità su come è stata pensata e poi gestita l’intera questione del parco-fotovoltaico. Riteniamo che così stando le cose ci siano forti possibilità di esporre il Comune a conseguenze di carattere economico-finanziario, non ultime richieste di indennizzo da parte di società private partecipanti alla gara. Precisiamo che ad oggi il Comune di Celano ha già impiegato ingenti risorse a favore di una società di consulenza per la gestione del bando, per consulenze inerenti a pratiche catastali e attività topografiche, per le operazioni di scavo archeologico, oltre che impegnare per due anni personale e strutture del Comune. A ciò andranno aggiunti i costi per la Commissione aggiudicatrice del Bando di gara. In conclusione noi ribadiamo di essere favorevoli all’utilizzo di fonti di energie rinnovabili e quindi alla realizzazione di un parco-fotovoltaico, senza però compromettere un intero ecosistema che già ha una sua specificità e una sua rendita economica, sociale e culturale. Il parco-fotovoltaico può essere anche costruito altrove, su terreni di minor pregio, di dimensioni adeguate agli interessi e alle specificità del nostro territorio, riducendo al minimo i rischi di carattere speculativo”.

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