L’Aquila. La lotta interna a Fratelli d’Italia e il fuoco incrociato di Lega e Forza Italia sono una sfiducia chiara e forte per l’assessore Quaglieri, che non è riuscito a portare in aula l’Assestamento di Bilancio e ha presentato al voto un rendiconto 2023 fallimentare dal punto di vista politico. Questo è accaduto in aula ieri, il centrodestra ha cambiato bersaglio ma non abitudini: finite le elezioni ritornano litigi e vendette interne che in questa legislatura, ancor più che nella precedente, stanno penalizzando l’attività del Consiglio, con Marsilio alle prese con lo scontro Verrecchia- Quaglieri. Intanto la Regione resta ferma, con l’acqua alla gola per via dei debiti della sanità, dei mancati sostegni all’agricoltura, senza strategia e né certezze per il comparto industriale. L’azione del Governo Regionale è totalmente fallimentare , come dimostra il passo indietro del Pil regionale , segno che l’Abruzzo non è stato in grado di cogliere le opportunità rappresentate dalle risorse e le politiche espansive di questi anni per risollevare il Paese dalla crisi post pandemica.
La storia si ripete: uniti al voto, l’uno contro l’altro armato una volta al governo. Dopo le bugie raccontate alle abruzzesi e agli abruzzesi prima del voto sull’inesistenza del debito della sanità, ci siamo ritrovati a urne chiuse con 128 milioni di disavanzo e con rimedi né efficaci, né tempestivi, ma soprattutto dannosi per i cittadini. A causa delle beghe interne al centrodestra, ora a Fratelli d’Italia, che sfiduciano l’assessore Quaglieri e mettono seriamente a rischio la sua permanenza in squadra, perché è nel mirino sia dei meloniani e sia di Lega e Fratelli d’Italia, ci siamo ritrovati con un rendiconto “misterioso”, impossibile da votare e con l’Abruzzo che non cresce ed è oggi ancora più fermo e nei guai, come dimostrano le brutte figure nazionali fatte sul PIL. Il Governo regionale non ha saputo dare risposte concrete ed efficaci sui problemi più importanti: deficit e tagli alla sanità intaccano i diritti degli abruzzesi e ricondurranno al commissariamento del comparto; l’agricoltura senza fondi costringerà tante imprese a chiudere i battenti, perché ancora in attesa delle risorse promesse prima del voto; gli aumenti delle tariffe dei trasporti evidenziano l’esigenza di fare cassa, ma colpiscono lavoratori, studenti e anziani, più che migliorare la qualità del servizio. Questo non è l’Abruzzo modello che il Marsilio ha promesso per farsi rieleggere, ma è di certo il Modello Marsilio al governo dell’Abruzzo, di cui è davvero difficile vantarsi.