Avezzano. Il Fucino si trova ancora una volta stretto tra due emergenze opposte ma ugualmente dannose: la siccità estiva e gli allagamenti causati dalle piogge intense di questi giorni. Un paradosso che si ripete ormai con frequenza, mettendo in crisi un’agricoltura che vive di equilibrio tra risorse idriche disponibili e tempi di semina, produzione e raccolta.
Se in estate gli agricoltori fanno i conti con la scarsità d’acqua e le difficoltà legate all’irrigazione, in queste settimane sono invece i campi allagati a creare allarme. Le colture in alcuni casi sono già compromesse, e il perdurare delle piogge rischia di aggravare ulteriormente i danni, generando ritardi nei cicli produttivi e nella commercializzazione dei prodotti agricoli.
È evidente che, accanto alla necessità di stoccare e distribuire l’acqua nei mesi più secchi, serva una manutenzione costante ed efficace del sistema di scolo nei mesi più piovosi. La gestione dell’acqua non può più essere solo emergenziale: occorre una programmazione strutturale, capace di proteggere i terreni agricoli sia in fase di siccità sia in fase di eccesso idrico.
Le organizzazioni agricole chiedono un piano di intervento condiviso con istituzioni e Consorzio, che garantisca canali efficienti, puliti e in grado di reggere l’impatto delle piogge torrenziali, sempre più frequenti.
L’obiettivo è duplice: difendere il lavoro degli agricoltori e salvaguardare la vocazione produttiva di un’area strategica come il Fucino.
L’acqua resta una risorsa vitale, ma senza un’adeguata manutenzione rischia di trasformarsi da bene prezioso a causa di danni. Servono scelte lungimiranti, infrastrutture moderne e un impegno concreto per assicurare continuità, sicurezza e produttività al comparto agricolo.