Bisegna. “Ho pensato che quest’anno avrei dovuto riempire un vuoto, quello lasciato da mia madre. E ho pensato che questo paese è troppo bello e ha ancora tantissimo da offrire. Sapevo che tutti avrebbero contribuito esattamente come poi è accaduto. Abbiamo creato un capolavoro e vorremmo che tantissime persone venissero a vederlo”.
Nino Di Pietro è il solito fiume in piena. È seduto nel suo locale. Occhi grandi e luminosi, espressioni quasi teatrali quando racconta l’ultima opera d’arte realizzata insieme ai suoi compaesani. La sua storia personale e professionale è di quelle che raccontano l’Abruzzo nella sua essenza e nella sua bellezza.
È seduto davanti a un calice di vino rosso, nel suo locale Babylon caffé, aperto circa un anno e mezzo fa a San Sebastiano dei Marsi. È una frazione di Bisegna ma è di fatto un paese a sé. All’ingresso dell’incantevole borgo c’è un cartello: “San Sebastiano dei Marsi, il paese dell’orso”. È questo il paese anche di Amarena, l’orsa confidente simbolo dell’Abruzzo resiliente, di cui nessuno ha paura. Le immagini mentre scende la scalinata del paese in piena estate, in mezzo a turisti increduli e felicissimi, hanno fatto il giro dell’Italia.
Qualche mese fa Nino ha perso sua madre, si chiamava Lucia. Era nata nel giorno della festa della Santa. La malattia ha segnato il percorso dei suoi ultimi anni di vita e ha lasciato un segno nei suoi figli e nei suoi cari. “Ma è andata verso la luce e io sono felice di averla lasciata andare via così”, racconta Nino mentre alcuni giovani del paese entrano nel suo locale che di luce e di colori nella piazzetta del paese ne ha portati tantissimi.
Nino circa un anno e mezzo fa ha fatto una scelta: aprire un bar caffetteria nel paese delle sue origini, nel “posto dell’anima”, quello raccontato dal regista Riccardo Milani ormai quasi venti anni fa. È il film che ha immortalato una bellissima e giovanissima Paola Cortellesi, all’alba, su quella panchina che è ancora lì, ad aspettare ancora tante altre anime inquiete. In cerca di pace. Da lì la sua salita nel bosco, alla ricerca dell’orso, fino a su in alto, lontano dal paese. Un film diventato un’icona, con un cast straordinario: Michele Placido, Claudio Santamaria, Flavio Pistilli. Quest’ultimo di Pescasseroli, la nota località turistica a solo qualche chilometro di distanza da San Sebastiano.
È un film che vent’anni fa ha raccontato quanto è preziosa la vita di un paese, dove le tradizioni non muoiono mai, dove si balla in piazza con la festa della Santa e dove si può ancora investire quando le fabbriche delle grandi città chiudono. Era vent’anni fa. Ma potrebbe essere una storia di oggi. Una pellicola che racconta l’ingegno e la resistenza di un popolo fiero come quello abruzzese, che ha scelto l’orso come suo simbolo perché è l’animale che più lo rappresenta.
Un trascinatore di anime. Così lo chiama qualcuno in paese, Nino. L’idea di un albero di Natale che illuminasse quella piazzetta gli è venuta un giorno mentre scendeva a Sulmona per fare la spesa. Sulmona è l’altra città della sua vita, dove ha vissuto diversi anni e dove ha conosciuto la sua compagna, Valentina. Il locale porta un nome ambizioso, suggerisce un’apertura verso un tutto. È un locale per tutti. Dove sentirsi a proprio agio. Ci sono poltrone per leggere un libro, un angolo ricorda il camerino di un teatro. Diverse le creazioni con materiali riciclati creati dallo stesso trentenne, che per tanti anni è stato un artista. E forse gli artisti lo sono davvero per sempre. E per questo il suo locale è così particolare.
Un paese di 80 anime. E tutti hanno dato il loro contributo per realizzare quello che è ora un albero di Natale unico, speciale.
“Probabilmente se fosse stato realizzato in una grande città ora tutti ne parlerebbero”, dice sorridente Nino. “Ma io voglio che tutti vengano a vedere cosa abbiamo fatto e come, vogliamo portare qui tantissimi turisti. San Sebastiano dei Marsi è un posto magico e io ci credo e voglio continuare a credere e sperare”.
L’albero è alto otto metri. La struttura che lo sostiene è stata realizzata completamente artigianalmente dagli uomini del paese. Il lavoro è durato mesi. È stata poi ricoperto con i rami tagliati dagli alberi nella pineta. Solo alberi bassi, un’opera importante anche per la prevenzione degli incendi. Nessun albero è stato tolto dal terreno. Solo rami. Quelli più bassi.
“L’albero era stato pensato di dieci metri, poi quando lo abbiamo messo su ci siamo resi conto che per metterlo in sicurezza ci sarebbe voluta una gru e allora all’ultimo minuto abbiamo deciso di abbassarlo ad otto. Abbiamo realizzato delle riprese che ripercorressero tutta la realizzazione. Poi un mio amico le ha montate in un video. Abbiamo lavorato insieme, è stato impegnativo ma bellissimo. Abbiamo riso per ore”, spiega.
Tutti hanno dato il proprio contributo, che è davvero un capolavoro. Anche il sindaco Antonio Mercuri, arrivato con altri amministratori a dare una mano.
Sotto all’albero c’è un presepe. “Quello lo abbiamo fatto grazie a dei manichini che ci ha procurato già mesi fa la compagnia teatrale il Lanciavicchio. Un attore della compagnia ha un parente che stava dismettendo il negozio e ho chiesto la possibilità di averli. Ce li hanno regalati. Concetta Fallucchi ha poi dipinto la scenografia intorno. Le decorazioni vengono invece dagli alberi fatti negli anni precedenti”, racconta emozionato Nino, mentre con noi attraversa la piazza e il paese. Che è deserto.
Nino ci accompagna all’auto. È freddo ma l’atmosfera è incredibile. Camminiamo sulla strada resa celebre da quella pellicola che in paese nessuno dimenticherà mai.
“Vorrei che la gente venisse a San Sebastiano non solo due mesi d’estate, sarebbe bello che aprissero altre attività, che ci mettessimo tutti in rete per far vivere e non morire questo posto”, confida Nino. Mentre ci salutiamo passa sulla strada l’auto dei carabinieri. I militari sono impegnati nel controllo del territorio anche di notte, soprattutto come prevenzione ai furti.
Il comandante, Girolamo Galantino ci riconosce e cortesemente ci saluta. Uno scambio di qualche battuta e parliamo con i carabinieri dell’orso. Qualche anno fa “visitò” anche la loro caserma di Ortona dei Marsi. Fu un privilegio vederlo anche per i militari dell’Arma.
L’orso bruno marsicano, una sottospecie di plantigrado in via di estinzione. Se ne contano solo una sessantina in tutto l’Abruzzo, l’unico posto al mondo dove abita. Si lotta ogni giorno per la sua conservazione. È la stessa lotta che anima Nino e il suo paese. “Faremo di tutto contro lo spopolamento, noi siamo qui. Venite a trovarci e scoprirete un posto bellissimo”.
È Sebastiano dei Marsi, è il posto dell’anima.
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