Avezzano. Il 15 e il 16 ottobre, associazioni e comitati hanno invaso Roma per protestare contro il decreto “sblocca Italia”; al loro fianco il Movimento 5 Stelle, che già si sta opponendo a questo scellerato provvedimento in tutte le sedi istituzionali. Quello del M5S non è solo un “no” ad un decreto che danneggia i territori. È soprattutto una proposta differente per rilanciare economia e occupazione. A dispetto dell’immagine propagandistica di giovane “rottamatore”, la risposta di Renzi all’aumento dei prezzi di gas e petrolio sul mercato globale non ha nulla di nuovo: trivellare, devastandoli, territori che vivono di turismo, agricoltura, bellezza, paesaggio, qualità. La risposta del M5S è quella di conservare territorio e paesaggio investendo in ristrutturazione energetica degli edifici pubblici e privati esistenti: un modo per cominciare da subito a generare risparmi nelle bollette di cittadini e pubblica amministrazione, rilanciare l’edilizia creando occupazione utile, ridurre la dipendenza energetica dall’estero, rispettare gli accordi internazionali sulla riduzione dell’inquinamento. Basta qualche dato per comprendere che, a differenza del M5S, il governo Renzi, insieme a tutta la vecchia politica che lo sostiene con larghissime e variopinte intese, non ha idea di come creare benessere e occupazione: ogni milione di euro investito nel settore dell’edilizia per rendere i nostri edifici più efficienti, sicuri e confortevoli genera più di 13 posti di lavoro; ogni milione di euro investito in opere tipiche del secolo scorso e portate avanti dal governo Renzi, come TAV, trivelle e inceneritori, genera, in media, meno di un 1 posto di lavoro (elaborazione dati Governo Italiano e ENEA). Lasciandoli fare, non solo non si esce dalla crisi ma si rischia di aggravare la situazione: a differenza delle proposte del M5S, lo “sblocca Italia” rischia di aggiungere alla già grave situazione occupazionale nei settori edile e industriale, giunta a livelli insostenibili in Marsica, nuova disoccupazione nei settori agricolo e turistico, pesantemente danneggiati da trivellazioni, cemento e inceneritori. Per questo bisogna fermarli, per questo bisogna cambiare rotta.