Avezzano. Bambine tra i due e i sei anni rapite, violentate e strangolate. La Roma degli anni Venti sprofondata nel panico, a causa di uno sfuggente serial killer pedofilo che tiene in scacco la polizia. Un colpevole a tutti i costi, Gino Girolimoni, poi rivelatosi innocente, ma bollato come autore di atrocità per il resto dei suoi giorni. Un altro, possibile colpevole, sul cui coinvolgimento nei delitti permangono, comunque, forti dubbi. Un mistero ancora da risolvere. Questo il tema del libro Il Mostro di Roma. Delitto, devianza e reazione sociale nell’Italia del Ventennio, di Luca Marrone (Aras Edizioni), presentato oggi pomeriggio alla Pro Loco di Avezzano.
Marrone è un criminologo e criminal profiler, docente presso la Lumsa e l’UniTe, ha ricostruito il caso dal punto di vista storiografico e ne ha proposto una lettura in chiave criminologica, ponendo in evidenza le criticità delle conclusioni cui all’epoca sono pervenuti gli investigatori.
La presentazione, moderata dalla giornalista Luisa Novorio, ha visto la partecipazione di uno folto pubblico ed è stata introdotta dai saluti del presidente della Pro Loco di Avezzano, Edoardo Tudico e dall’esibizione della pianista internazionale Concetta Seila Mammoccio, che ha eseguito il brano virtuosistico Valse triste di Vecsey-Cziffra.
La moderatrice ha ricordato i nomi delle piccole vittime uccise dal Mostro di Roma e Marrone ha spiegato le ragioni che lo hanno indotto a esaminare il caso: la sua attualità, nonostante il tempo trascorso. Le sue dinamiche ricordano infatti fin troppo da vicino quelle degli attuali processi mediatici. E si è soffermato sulle modalità con cui si procede all’esame ed all’analisi della scena del crimine, dal prelievo e la conservazione delle tracce alla loro interpretazione in sede di criminal profiling.
La parola è passata poi all’avvocato Annunziata Morgani, del Foro di Avezzano, parente di Giuseppe Dosi, il detective che, all’epoca, era persuaso dell’estraneità ai delitti di Girolimoni e della colpevolezza di un pastore anglicano, pedofilo conclamato. Attingendo ai ricordi di famiglia, l’avvocato Morgani ha tracciato un ritratto del suo antenato, romanzesca figura di “poliziotto-artista”, dai mille travestimenti, artefice di importanti indagini dell’epoca.
Il mistero del Mostro di Roma, ha concluso Marrone, rimane comunque ancora senza una soluzione. E, nel libro, attingendo agli atti dell’indagine di allora, ai verbali di sopralluogo sulle scene del crimine e alle testimonianze, propone il suo possibile profilo criminologico.
In conclusione, la pianista Mammoccio ha proposto al pubblico In the Hall of the Mountain King di Grieg-Ginzburg.