Avezzano. Sul palco del Teatro dei Marsi “approda” la vita di Galileo Galilei: lo spettacolo ispirato alla “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht realizzato dalla rete regionale Teatri d’Abruzzo, con la regia di Giacomo Vallozza, organizzato dal Teatro Lanciavicchio in collaborazione con il Comune di Avezzano, è in agenda Venerdi 20 aprile, alle 21. La vicenda narra la storia, umana e politica, di Galilei, il matematico pisano che ha rivoluzionato il pensiero scientifico e filosofico degli ultimi quattro secoli. Parole, musica e immagini che raccontano l’entusiasmo di un’epoca, il nuovo modo di porsi di fronte ai fenomeni della natura con l’introduzione del metodo scientifico. La certezza di Galilei di poter convincere duchi e cardinali della fondatezza delle nuove idee, si abbatterà contro il muro di dogmi e pregiudizi eretto dal potere ecclesiastico. Ciò nonostante, l’etica alla base di ogni disciplina scientifica, di cui Galileo si fa portatore, travalica la casa di Arcetri dove la Chiesa tiene il matematico agli arresti domiciliari e si diffonde nel mondo: “Io credo che la scienza non possa porsi altro scopo che quello di alleviare la fatica dell’esistenza umana”.Il popolo, come afferma Walter Benjamin, seppure nell’ombra, è il vero protagonista del Lieben des Galilei di Bertolt Brecht, opera che rappresenta il testamento spirituale dello scrittore tedesco. Nello spettacolo dei Teatri d’Abruzzo dieci attori/macchinisti raccontano la parabola umana di Galileo incarnando ogni figura della commedia, agendo in questa officina/laboratorio che è il palcoscenico. L’opera, sarà replicata il 20 aprile al Teatro dei Marsi di Avezzano, in matinée per gli studenti e poi in serale alle 21. Sul palco (costumi Stefania Evandro, luci e suono Antonio Silvagni) saliranno Tommaso Di Giorgio, Stefania Evandro, Cristina Cartone, Marco Massarotti, Federica Nobilio, Ottaviano Taddei, Alberto Santucci, Rita Scognamiglio e Giacomo Vallozza. Lo spettacolo vedrà la partecipazione straordinaria, attraverso la proiezione di un video inedito, dell’astrofisica Margherita Hack e di Marco Santarelli.