Avezzano. Con l’avvicinarsi dell’Avvento il vescovo dei Marsi, Giovanni Massaro, ha voluto inviare un messaggio a tutti i fedeli marsicani, a due mesi dal suo insediamento nel territorio “ricco di storia e di doni”.
“Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa dei Marsi”, scrive il vescovo, “sono passati circa due mesi dal mio ingresso in questa terra ricca di storia e di doni. Nel giorno della celebrazione di inizio del mio ministero episcopale volutamente ho visitato, prima di raggiungere la chiesa cattedrale, le periferie esistenziali di Avezzano, recandomi presso la casa circondariale e presso la casa di accoglienza Fratelli tutti. Nei giorni successivi ho visitato diverse comunità parrocchiali a partire dai piccoli paesi e borghi, incontrando tanti di voi e ricevendo tanto affetto. Il popolo della Marsica è davvero un popolo tenace e buono. L’occasione è stata propizia per manifestare soprattutto nei piccoli centri la prossimità della Chiesa chiamata a rendere visibile l’amore di Dio: Dio non fa preferenza di luoghi e di persone in quanto desidera salvare tutti, privilegiando però le realtà più piccole e più umili. Ho visitato realtà con pochi abitanti e con la paura di rimanere sempre più soli”.
“Il tempo di Avvento è tempo propizio per contemplare il Signore presente. Con la parola Avvento”, sottolinea Massaro, “si vuole sostanzialmente dire che Dio non si è mai ritirato dal mondo, non ci ha mai lasciati soli. Anche se non lo possiamo vedere e toccare come avviene con le realtà sensibili, egli è qui e viene a visitarci in molteplici modi. Il Signore è infatti presente nell’anno liturgico; nell’assemblea che celebra; nella parola contenuta nella sacra Scrittura; nel pane spezzato e nel vino versato dell’Eucaristia e poi nel fratello che incontriamo soprattutto se povero e abbandonato. Diventa allora importante, in questo tempo di Avvento, sostare in silenzio per sperimentare il vuoto e scorgere la presenza di Dio. Senso di abbandono e desiderio di una presenza possono aiutarci a vivere nel migliore dei modi questo tempo. L’Avvento fa infatti appello a due fondamentali sentimenti dell’animo umano: il desiderio ardente e l’attesa gioiosa. Sono due sentimenti attraverso i quali noi facciamo esperienza da un lato di un’assenza e dall’altro di una presenza invocata, cercata. Se non percepiamo queste due dimensioni non riusciremo a vivere con verità l’Avvento”.
“L’Avvento vuole educarci a percepire un’assenza nella nostra vita, a sentirla come un vuoto che niente e nessuno può colmare. Fin dalle prime battute, la liturgia ci mette in questa prospettiva ponendo sulle nostre labbra il grido di Isaia: «Tu, Signore, sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie?» (Is 63,16-17). D’altro canto, l’Avvento vuole educarci a reclamare la presenza del Signore affinché colmi il nostro vuoto: «Ritorna per amore dei tuoi servi… Se tu squarciassi i cieli e scendessi!» (Is 63,17.19). Il cammino sinodale”, dice il vescovo, “intrapreso da qualche settimana, è per di più una buona opportunità per porci in ascolto dei desideri e delle attese degli uomini e delle donne del nostro tempo, per aiutarli a discernere e orientare tali desideri e attese che sono molteplici e spesso frammentati, costantemente in conflitto, nel desiderio e nell’attesa di un uomo, un volto, una presenza che è capace di riempire di luce e di verità l’intera esistenza”.
“E da questa presenza desiderata, attesa, invocata per tutto l’Avvento e che si realizzerà a Natale”, conclude, “noi ancora una volta impariamo lo stile di un Dio che viene incontro a noi non laddove c’è grandezza ma piccolezza, non nel prestigio e nell’abbondanza ma nella povertà di mezzi e di risorse”.