Avezzano. L’emergenza sanitaria legata alle difficoltà oggettive dell’ospedale di Avezzano non è una questione nata con la diffusione del Covid: la Marsica se la trascina da anni. Gli ospedali di Pescina e Tagliacozzo hanno la loro storia che è stata scritta anni fa. Sono stati ridimensionati a presidi sanitari tanto tempo fa. Per portare lì i malati Covid bisogna garantire sicurezza per i malati stessi ma anche per gli operatori sanitari.
E ancora: c’è stata una comunicazione errata tra un’amministrazione comunale in particolare e la Asl ma tutto è stato chiarito, con i dati alla mano, nella seduta dell’adunanza dei sindaci. Che ha riportato il dialogo al livello di corretta istituzionale necessario, soprattutto in tempi difficili come quelli in cui stiamo vivendo.
Sulla denuncia poi fatta ai giornalisti durante il picco dell’emergenza sanitaria che ha fatto finire l’ospedale di Avezzano sulla cronaca nazionale, arriva un chiarimento: “il mio comunicato è stato interpretato male, l’intenzione era quella di spiegare che notizie riportate non correttamente fanno perdere la fiducia degli utenti verso il settore sanitario che invece vanta delle eccellenze e che non è secondo a nessuno”.
Questo è il sunto dell’intervista rilasciata a Marsicalive dal manager della Asl Roberto Testa, spesso al centro di violente polemiche anche sui social, tra botta e risposta di cittadini “furiosi” per la gestione della seconda ondata di contagi del Covid.
L’occasione per accendere i microfoni al manager è stata l’adunanza dei sindaci della Marsica, organizzata al Castello Orsini di Avezzano, dall’amministrazione comunale a guida del sindaco Gianni Di Pangrazio.
Un’adunanza alla quale però non hanno partecipato telecamere con dirette streaming o altro, visto quanto accaduto nella seduta precedente, dove si erano accesi i toni tra vari amministratori.
Per giorni sono rimbalzati da una bacheca all’altra di Facebook spezzoni di video di interventi di uno o di un altro amministratore pubblico, di sindaci ma anche di consiglieri regionali.
Video che però, estrapolati da un contesto che racchiude tutti gli interventi, spesso vengono “accesi” sulla rete con decine e decine di commenti che a volte diventano, purtroppo, anche insulti.
Prima di lasciare il Castello Orsini il manager ha fatto delle dichiarazioni alla stampa in cui ha chiesto più volte di riflettere sul fatto che l’emergenza sanitaria della Marsica non è nata con la sua gestione ma è datata anni e i dati che restitusce la sanità dell’intero Paese non sono poi così diversi da quelli di Avezzano e del resto del territorio.
La situazione dell’ospedale di Avezzano non è critica oggi, lo è da anni. Da anni i giornalisti si fanno portavoce delle criticità dell’ospedale, soprattutto quelle legate al pronto soccorso. In questo periodo di emergenza sanitaria i problemi sono esplosi in maniera esponenziale ma abbiamo sentito che ha concluso il suo intervento nell’adunanza dei sindaci dicendo che “La crisi sanitaria non è solo di Avezzano, della Marsica o dell’Abruzzo ma è di tutta l’Italia. E anche oltre”. Abbiamo anche sentito che ha chiesto scusa per un errore di comunicazione. Ma a questo punto, cosa è davvero mancato alla Asl 1 in termini tecnici per una gestione efficace della seconda ondata di Covid che si sapeva chiaramente che sarebbe arrivata?
Quella di oggi è stata una giornata importante perché c’è stato un colloquio costruttivo con i sindaci. Con i dati alla mano ho cercato di spiegare che l’emergenza sanitaria è stata nazionale e non legata solo agli ospedali della Marsica.
Ho chiesto scusa per un difetto di comunicazione con un sindaco in particolare ma la giornata di oggi è stata la sintesi che ci ha fatto chiarire.
Quello che è successo all’ospedale di Avezzano, dove il Covid è entrato nel reparto di Medicina è successo anche in altri ospedali. Vorrei si arrivasse a fare un passo in avanti e superare un livello localistico della discussione.
Mi ritengo molto soddisfatto del confronto avuto oggi, con i dati alla mano.
Anni fa la Marsica si è vista depauperata degli ospedali di Pescina e Tagliacozzo, quelli che una volta erano fondamentali ospedale per un controllo sanitario capillare del territorio oggi sono dei presidi che quindi non hanno i requisiti per accogliere pazienti Covid. Tanti cittadini hanno chiesto la riapertura di queste strutture durante l’emergenza ma ci si è ritrovati di fronte al dato di fatto che mancava anche il personale per farlo. L’ospedale di Avezzano avrebbe potuto anche avere un “sospiro di sollievo” con l’apertura ai malati Covid non in situazioni critiche della clinica di Celano ma poi l’accordo è saltato per via del fatto che ci si è trovati di fronte a impedimenti personali di alcuni medici che hanno richiesto la malattia. C’è speranza che gli ospedali di Pescina e Tagliacozzo diventino punti di riferimento per la gestione Covid? Soprattutto se eventualmente dovessimo ritrovarci in una terza ondata?
Bisogna capire che per trasferire i pazienti da una struttura all’altra devono esserci tutti i presupposti per garantire massima sicurezza per i pazienti stessi ma anche per il personale sanitario. Va garantita massima sicurezza in termini sia strutturali che funzionali.
I malati non sono “pacchi postali” da portare da un posto all’altro.
Tagliacozzo ha attivato 45 posti letto per ospitare i malati Covid che permetteranno un maggior drenaggio sull’ospedale di Avezzano. Pescina ha avuto un ruolo fondamentale perché ha messo a disposizione maggiori servizi ambulatoriali.
I problemi dell’ospedale di Avezzano e di Pescina e Tagliacozzo non nascono con il direttore Testa.
I due presidi hanno avuto un’evoluzione storica normativa e legislativa che è degli anni passati.
Cerchiamo di scongiurare una terza fase, non facciamo come quest’estate “tana libera tutti”, stiamo attenti in questi giorni di festività e facciamo in modo che la diffusione del virus non riprenda.
In ultimo: abbiamo letto in una nota che ha denunciato i giornalisti. E lo ha fatto in piena emergenza sanitaria. Perché?
Nessuno ha denunciato i giornalisti. Il mio articolo era essenzialmente legato alla necessità che quando si rilasciano delle informazioni bisogna fare attenzione. Su alcune notizie riportate sono state fatte delle verifiche ed è risultato che non era così.
Non ho nulla contro i giornalisti con i quali ho un ottimo rapporto e spirito di collaborazione: voi siete una pedina importante nel sistema di comunicazione.
Spesso però mi trovo a dover smentire delle notizie che danno un’immagine dell’azienda che non va bene a nessuno. E che porta le persone ad andare a curarsi da altre parti quando noi abbiamo dei professionisti che non sono secondi a nessuno.
Non è piaggeria o captatio benevolentiae ma è la verità, abbiamo professionisti validissimi ed è stato dimostrato ancor di più in quest’emergenza.
Questo tipo di notizie portano a trasmigrazioni degli utenti che vanno a cercare buona sanità altrove e non è giusto.