Avezzano. Lo scorso 22 novembre le classi V I e V C del Liceo Scientifico “Vitruvio Pollione” di Avezzano hanno avuto il piacere e l’onore di visitare l’Archivio centrale di Stato di Roma.
La ricerca e l’acquisizione di consapevolezza dei contenuti storici relativi al Ventennio fascista, attraverso la consultazione di documenti reali che testimoniano eventi accaduti in tale periodo, sono stati i motivi principali per cui i professori Manuela Mei, Arnaldo Mariani e Maria Carmela Lolli, con la condivisione e il supporto della dirigente scolastica Nicolina Tania Ulisse, hanno proposto questa attività didattica ai loro vitruviani.
L’Archivio di Stato è un edificio che conserva 160 km di documenti non digitalizzati. In passato si poteva accedere in sala consultazione solo con una lettera di un professore; oggi c’è una maggiore apertura e con una domanda e la motivazione della ricerca si può entrare in questi mondo fatto di passato, ma ancora tanto attuale. La ricerca è libera, gratuita e consentita a tutti. Nella sala strumenti sono presenti gli inventari, che sono realizzati dagli archivisti in seguito al loro lavoro di ricerca della reale sedimentazione dei documenti e sono il punto di partenza per lo studioso per capire cosa andare a studiare.
L’incontro con il dottor Petraglia ha permesso agli studenti di entrare in contatto diretto con la documentazione della storia ebraica e della persecuzione dei deportati, con quella del casellario politico centrale, che si occupava degli oppositori del regime, come anche con quella degli organi centrali dello stato: presidente del Consiglio, Corte di Cassazione, Corte dei Conti, Consiglio di Stato e tutti i Ministeri.
Fascicoli particolarmente emozionanti sono stati quelli riguardanti due personaggi noti a tutti: Sandro Pertini e Carlo Levi. Poter osservare con i propri occhi ciò che la polizia aveva sequestrato è stato indimenticabile: fototessere, abbonamenti dell’autobus, schedari con la dettagliata descrizione delle caratteristiche somatiche e caratteriali, libretti universitari.
Un’esperienza stimolante a fini didattici e non solo, perché ha dato la possibilità a ragazzi di 18 anni di toccare con mano parte della storia del nostro Paese.