È iniziata ufficialmente questa settimana dedicata a noi giovani, una giornata piena e intensa. Dopo una levataccia alle 6 di mattina, ci siamo diretti a Santa Maria Maggiore per incontrare il Cardinale Micheal Czerny, uno tra i 133 cardinali che hanno partecipato al recente conclave nel maggio 2025; Sua Eminenza è prefetto del Dicastero dello Sviluppo Umano Integrale. Giustamente vi starete chiedendo cosa sia questo nome molto strano: si tratta di una congregazione che si occupa dello sviluppo non solo economico delle persone, ma anche dell’uomo, come essere umano.
Può sembrare una cosa stupida; eppure se riflettiamo su quanto i nostri valori si siano persi, e l’indifferenza e la malvagità abbiano preso posto nella nostra società, non è più una cosa così strana. “Abbiamo bisogno di ritrovare la nostra strada, riscoprire l’ospitalità” ha dichiarato il cardinale Czerny, che si è dimostrato fiducioso sul futuro della Chiesa e dei giovani.
In seguito abbiamo visitato la tomba di papa Francesco, posta nella Basilica di Santa Maria Maggiore, una scena toccante dove persone da tutto il mondo avevano gli stessi occhi lucidi. Nella chiesa si trova anche la tomba del noto scultore Giovanni Lorenzo Bernini; il complesso architettonico, nato nel 423 d.C., è un mix di molti stili: bizantino, rinascimentale, gotico, romanico, barocco… per i miei gusti non è bellissimo l’effetto, dato che tutto ciò crea una confusione che può deconcentrare dall’obiettivo principale della chiesa, ma comunque sia, una volta varcata la porta santa, si rimane con il fiato sospeso, con lo sguardo che sogna dal pavimento al soffitto.
Dopo ciò, ci siamo diretti verso la Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, dove abbiamo celebrato la messa con il frate Taras Yeher. In questa chiesa sono presenti due statue di angeli molto grandi scolpite dal Gianlorenzo Bernini, meravigliose. In seguito ci siamo incamminati verso un’altra meravigliosa e non meno nota chiesa: San Luigi dei Francesi, dedicata ai pellegrini francesi che giungevano a Roma e decorata dal trittico più famoso del pittore milanese: Caravaggio. Essendo Caravaggio uno dei miei artisti preferiti, non ho potuto non ascoltare con attenzione la spiegazione data dall’ex Rettore dell’ Institut catholique de Paris, il presbitero Patrick Valdrini: il soggetto dei 3 quadri è San Matteo, omonimo del committente dell’opera, e quello che Caravaggio realizza è un vero e proprio viaggio attraverso la vita del Santo: la sua chiamata e cambio di vita, la scrittura del Vangelo, il martirio.
Raccontare i dettagli senza averlo davanti gli occhi è difficilissimo, ma se vi capita l’occasione di passarci, e mi raccomando fatelo, notate come la mano di Matteo sotto il tavolo abbia la stessa posizione di quella di Gesù che indica e ricorda quell’incontro delle mani nella nascita di Adamo ed Eva; osservate lo sgabello instabile su cui siede San Matteo nel secondo quadro, segno della precarietà quando si interpreta la parola del Signore. In precedenza questo dipinto era diverso: in quello attuale un angelo dall’alto suggerisce le parole a Matteo, che ascoltandolo trascrive a modo suo, mentre quella antica prevedeva un angelo più grande che teneva ferma la mano scrittrice del Santa; è stata cambiata perché la scrittura, come molte arti, è una arte umana, fatta per essere soggettiva e personale ; notate anche il piccolo volto di Caravaggio raffigurato nella terza tela (non vi dico dove).
Questa chiesa mi ha colpito con i suoi marmi lucidi e sgargianti, le dimensioni contenute, il clima di silenzio piacevole. Infine siamo andati in piazza San Pietro dove abbiamo celebrato un’altra messa presieduta da Monsignor Fisichella, un incontro che già faceva tremare la piazza per quantità di gente, ma che non è nulla rispetto a quello che ci aspetta. Francesi, spagnoli, croati, argentini, coreani, tutto il mondo che si prepara. La parte più tosta sicuramente è tornare alla scuola dove alloggiamo, perché ogni mezzo di trasporto è logicamente preso di assalto durante questi giorni.
Una delle frasi più belle della giornata è di una ragazza che ho conosciuto qui: “Una cosa bellissima è stare in mezzo a così tante persone e scoprire quanti cristiani come noi ci sono al mondo. Qui mi sento a casa”. Valerio Montaldi