Celano. Lunedì, nella sala consiliare del Comune di Celano alle 10 si celebra il “Giorno del Ricordo”, per tutte quelle vittime delle Foibe, eroi di guerra, cadute nelle mani dei nemici. Introduce Lisa Carusi, presidente consiglio comunale di Celano, intervengono Settimio Santilli, sindaco di Celano, Umberto Maiorca, giornalista, Roberta Fidanzia, presidente SISAEM, Roberto Menia, segretario generale com. Tricolore per gli italiani nel mondo, con la partecipazione di Angelo Gambella, Drengo Editore- Giornalista e saggista.
Le foibe, inghiottitoi carsici, sono caverne verticali tipiche della regione Venezia-Giulia, dove i prigionieri venivano solitamente legati a coppie sull’orlo e falciati con la mitragliatrice; a loro si aggiungevano anche persone ferite lievemente che venivano sepolte vive. L’eccidio verificatosi dopo la seconda Guerra Mondiale, fu opera dei partigiani comunisti di Tito che trucidarono, senza pietà anche gli italiani che vennero gettati a centinaia nelle fosse, soprattutto nei 40 giorni dell’occupazione di Trieste, Gorizia e dell’Istria, da parte della Jugoslavia. Siamo nell’anno 1945. Così Celano ricorda la strage recrudescente che ha significato un pezzo dolorosissimo della nostra storia italiana. I partigiani comunisti di Tito e quelli italiani per seguire il folle obiettivo di jugoslavizzare le terre italiane a confine orientale, hanno dato origine a delle vere e proprie esecuzioni aberranti. A questo proposito vogliamo ricordare anche le vittime del 7 febbraio, i martiri di Sirokj Brijeg, uccisi lo stesso anno dai partigiani comunisti, che, ubriacati dall’odio a Cristo ed alla chiesa, vollero sradicare la fede cattolica in Erzegovina, martirizzando testimoni autentici della fede.
Venne gettato ai loro piedi il crocifisso e fu imposto loro di disconoscere il Cristo, non cedettero a costo della vita. Anche questa è storia. I martiri di Sirokj Brijeg e le Fosse comuni per esecuzioni collettive non possono e non devono essere dimenticate, nemmeno per un secondo e depositate nella memoria quando ancora il tempo torna a tuonare lontano, come un lampo, chiede giustizia e scuote le coscienze addormentate nel sonno della morte. Monica Virgilio