Avezzano. “Negli anni ho scritto degli appunti… Poi nel 2017, ho ascoltato la voce della mia coscienza e ho deciso di raccoglierli e di farne un libro”. Ha iniziato così la sua presentazione alla gremita sala, Marco Solimeo, autore del libro “Il Distrofico felice grazie a Dio”. “Era il mese di luglio”, ha proseguito Solimeo, “insieme al titolo, mi venne in mente la copertina. Per anni ho chiesto al Signore un miracolo che guarisse il mio fisico… Il miracolo c’è stato ma invece del fisico, Dio ha guarito il mio cuore”.
Introdotto dalla giornalista Magda Tirabassi, con la quale una decina di anni fa Solimeo ha condiviso un’esperienza di lavoro in una società di informatica ad Avezzano, il 37enne, affiancato dall’amica Martina Gallese, ha raccontato: “Mi sono reso conto di essere, nel mio piccolo, strumento di Dio, dopo che molte persone che avevano letto il mio libro mi hanno detto che quelle pagine erano fonte di speranza. Da allora ho capito che il mio scopo è quello di diffondere la speranza in questo mondo dove ormai la speranza è stata dimenticata”.
Ad arricchire ulteriormente l’incontro con l’autore, la presenza del vescovo dei Marsi, monsignor Pietro Santoro.
Con parole a tratti dure ma senz’altro realistiche e mai scontate, il vescovo ha fotografato la società contemporanea raccontando di Salvatore Niffoi, l’autore sardo che ha sfidato «la gente che ha ormai perso la voglia di raccontare e di ascoltare” e “aspetta l’estinzione in silenzio”. ” La misura dell’amore”, ha detto monsignor Santoro, “è di amare senza misura. Il mistero della sofferenza è il mistero più grande, mai affrontare con parole banali chi soffre. Dio è lì, dove l’uomo soffre”.
Momenti di grande emozione ci sono stati quando alcune persone si sono avvicinate per testimoniare la bellezza dell’animo del giovane avezzanese. È stato salutato con particolare affetto don Carmine Di Bernardo, sacerdote vicino a Solimeo.
Per portare il saluto anche dell’amministrazione comunale è intervenuto l’assessore alla Cultura, Pierluigi Di Stefano, che ha concluso il suo intervento ricordando come Papa Francesco quotidianamente ricorda i disabili, invitando le persone alla cultura dell’accoglienza. Di Stefano ha sottolineato il lavoro del Comune per arrivare all’abbattimento delle barriere architettoniche in città. “Alla fine faccio un doveroso ringraziamento a mia madre”, ha concluso Solimeo, con la voce spezzata dell’emozione, “che mi ha trasmesso i valori cristiani e che ha sacrificato la sua vita per il mio benessere”.