Avezzano. Ieri pomeriggio, durante il consueto aperitivo annuale offerto dal gruppo editoriale QuotidianiLive, il presidente dell’ordine dei giornalisti d’Abruzzo ha detto la sua sul preoccupante fenomeno del copia e incolla, sempre più presente nel mondo dell’informazione.
Stefano Pallotta, incalzato dal direttore di MarsicaLive Francesco Proia, ha spiegato il suo punto di vista sull’argomento, ribadendo che a suo avviso non basta nemmeno più citare la fonte. Secondo Pallotta, infatti, un giornalista non può e non deve, per motivi deontologici ma anche legati al diritto d’autore, copiare articoli o foto di un altro collega. E’ troppo facile, continua il presidente dell’ordine regionale, copiare per intero un articolo che ha richiesto ore e ore di lavoro, e poi scaricarsi dalle responsabilità citando la fonte. Il dibattito si è quindi spostato sulla nota che l’ordine dei giornalisti ha ufficialmente diramato a tal proposito, in cui si invitavano i colleghi a una maggiore attenzione al diritto d’autore. Stefano Pallotta non esita a etichettare con un termine ben preciso questa pratica, purtroppo sempre più comune: è un abuso.
Durante l’incontro, davanti a una platea mista fatta di giornalisti e curiosi, Pallotta ha evidenziato come questo vada a discapito di tutti, anche dei lettori, ma soprattutto di quelle testate che investono soldi e risorse per cercare notizie originali. Il presidente dell’ordine ha inoltre dichiarato che le inchieste e gli articoli che richiedono un maggior approfondimento sono più difficili da copiare, ma sono anche molto costosi e sempre meno editori, soprattutto nel nostro paese, destinano fondi a sufficienza per finanziarle. Ne esce una riflessione anche sul moderno ruolo del giornalista, che avendo a che fare con uffici stampa sempre più preparati ed efficienti, è costretto a dover intervenire sempre meno sui comunicati stampa diramati alle testate.
E quando Francesco Proia gli domanda quale arma possa utilizzare un giornalista per contrastare questo fenomeno, Stefano Pallotta risponde senza esitazioni di rivolgersi all’ordine, che vigilerà con sempre maggior attenzione su problematiche simili e che se necessario interverrà con serie procedure disciplinari.