Ortucchio. “Ogni giorno che siamo stati insieme non ho fatto altro che pensare a quanto fossi stata fortunata ad averti. Perché tu, nonostante all’inizio avessi paura di soffrire ancora, poi hai iniziato a costruire la tua vita con me. Così come eri tu, un po’ ‘casciarone’ ma sempre pronto ad aiutare gli altri. È accaduto tutto così in fretta, dobbiamo ancora metabolizzare. Avevi il diritto di vivere una vita diversa da questa. Grazie per avermi dato in questi due anni la possibilità di crescere, ti amo. Continueremo a vivere, perché è così che tu avresti voluto”.
Sono le parole di Michela, la fidanzata di Lino Raglione, il 29enne che ha perso la vita in un tragico incidente stradale l’altra notte, mentre tornava ad Ortucchio, il suo paese di origine.
Dalle sue parole, dalle parole del sindaco, da quelle di don Riziero Cerchi e da quelle del sindaco Raffaele Favoriti, le tantissime persone arrivate oggi pomeriggio a Ortucchio hanno avuto modo di conoscere un po’ meglio quel ragazzo sempre laborioso, buono e bellissimo che ora piange una comunità intera.
Alla presenza degli amministratori comunali di Ortucchio, San Benedetto dei Marsi, Trasacco e Pescina, dei rappresentanti della Provincia e della Regione, c’è stata una messa commovente e piena di speranza, celebrata da don Riziero, che proprio in quella chiesa, ad Ortucchio, accoglie ogni giorno i genitori dell’associazione Genitori di Stelle, figli della Speranza.
La bara è stata accolta in chiesa proprio dal grido del sindaco “Ciao Lino”, a cui è seguito un lungo applauso.
Davanti la chiesa con la tuta nera e rossa, i giocatori dell’Ortigia, con l’allenatore Matteo D’Agostino che ogni tanto guardava al cielo e chiamava con il nome il suo amico fraterno. In chiesa anche i colleghi della Burgo, la cartiera del nucleo industriale di Avezzano dove il giovane lavorava. Tantissimi i volontari della Misericordia.
Il video
L’omelia di padre Riziero Cerchi
“Cuore trafitto, lacerato. Ci manca qualcuno di importante, ci manca fisicamente. Adesso dobbiamo rimetterci alla scuola dell’ascolto. Lui ci dirà non mi cercate nella scuola dei morti. Io sono vivo. Siamo fatti per la vita. Viviamo ma senza sapere dove dobbiamo arrivare. Perché siamo sempre di fretta. Poi arriva il momento in cui arriva la scossa. Se ci siamo riuniti qui tutti insieme è perché Lino è stato un seme di Dio. Lino oggi è un fratello, un figlio, un amico di tutti. Lino è stato l’esempio di una vita vera. Una vita firmata da Dio. Mi rivolgo ai ragazzi. Vivete la vita, è bella. Dio tenetelo presente, perché così anche voi rimarrete un segno indelebile. Lino è stato un giovane capace di concepire la vita come un dono. Lino è stato l’equilibrio della famiglia. Ha fatto da capofamiglia. Il dolore saprà di eternità e non prenderà il sopravvento solo quando sarà condiviso. Mi rivolgo a Ornella e a Ilenia. Lino aveva sempre il sorriso, lo ricordo in piscina. Era sempre disponibile a tutto e a tutti. Guardava l’altro come un dono. Ieri mattina sei stata grande Ornella. Adesso come madre devi dare un annuncio diverso. Ieri hai dato composta l’annuncio a tutti: Lino non c è più. Ora devi dire Lino c’è ancora. In modo diverso”.
Poi il messaggio alla compagna. “Michela. L’altro giorno Lino stava lavorando alla vostra casa. Che doveva essere il covo del vostro amore. Adesso vai avanti. Prega. E fai del vostro amore un amore nell’eternità. Preghiamo ora per la comunità di Ortucchio che da oggi ha una stella in più. Vincenzo questa mattina mi hai detto: ‘Adesso il mio tutto è finito lì dentro’. Non è così. Vedrai che la tua vita andrà avanti. Vincenzo avrai ancora la tua paternità. Poi un ringraziamento all’Arma dei carabinieri. Vedo qui Ercolino. A nome di tutti vi dico grazie. Dico grazie ai carabinieri per quello che fanno ogni giorno per la comunità. Ma anche per il modo in cui lo fanno. Sempre severi ma con un cuore grande e disponibile al momento del bisogno”.
Il sindaco Favoriti nel saluto finale a stento è riuscito a trattenere il pianto. “Dobbiamo farci forza per andare avanti”, ha detto dall’altare, “non abbiamo fatto in tempo ad asciugarci le lacrime per il nostro caro Mario Giordani. Ed ecco che la nostra comunità si ritrova ancora qui. Non riesco a capacitarmi del perché di una così grande tragedia. Lino lo hanno sempre contraddistinto quel sorriso, così sincero, così schietto. Saluto e ringrazio per la presenza le altre comunità e autorità oggi presenti. In primis San Benedetto, paese si cui era originario il padre.
Il fotoracconto
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