Luco dei Marsi. Emanuele Zuffranieri, coordinatore del circolo PD “Rocco Amadoro”, con una nota torna sulla vicenda della condotta antisindacale del Comune di Luco dei Marsi, di cui ci occupammo qualche settimana fa (articolo disponibile qui).
Nella nota si ripercorre come si è arrivati alla sentenza del giudice del lavoro del tribunale di Avezzano, che ha riconosciuto il comportamento antisindacale del Comune di Luco dei Marsi, condannandolo al pagamento delle spese processuali, a mettere fine al comportamento antisindacale e a dare seguito all’accordo da tutti sottoscritto il 29 novembre 2018. L’accordo era stato poi cancellato illegittimamente dall’Amministrazione comunale con un atto autoritario che ha messo in discussione non solo quanto dovuto ai dipendenti ma anche il lavoro svolto dalle organizzazioni dei lavoratori e dai delegati dell’amministrazione comunale. La sentenza elenca punto per punto il comportamento illecito portato avanti dal Comune nei confronti del personale relativamente alla contrattazione decentrata del 2018. Richiama le responsabilità del Sindaco ma anche quelle di chi avrebbe dovuto garantire la legalità.
Il circolo Pd “Rocco Amadoro” nella nota “esprime la propria solidarietà a tutti i lavoratori del nostro comune che aspettano ormai da tre anni di vedere soddisfatti i propri diritti e che ancora sono in attesa non solo delle spettanze corrette del 2018 ma anche a quelle relative al fondo incentivante del 2019 e del 2020. Lavoratori che si sono sempre mostrati disponibili e collaborativi e che non meritano questo trattamento. Il “capriccio” del sindaco che pretendeva di imporre illegittimamente la propria volontà alle organizzazioni sindacali è costata, per ora, ai contribuenti circa 4.000 euro e la messa in discussione della storia amministrativa del nostro Comune che è stata improntata nel passato al rispetto di tutti gli altri soggetti. Con tutti si è sempre cooperato per risolvere i problemi, mai si sono avute polemiche pubbliche con i sindacati, con la Chiesa, con la Scuola, con le associazioni e con le altre istituzioni. Mai si era preteso di insegnare il mestiere a tutti coloro che hanno responsabilità pubbliche. Qualche domanda ce la facciamo anche nei confronti di chi, all’interno del Comune, dovrebbe essere superpartes e garantire i diritti di tutti e invece sembra essere servizievole solo nei confronti del sindaco. Avevamo a suo tempo, e in diverse occasioni, messo in guardia gli amministratori dall’intraprendere un cammino sbagliato, divisivo e non rispettoso delle norme. Oggi nessuno può dire “non sapevo”, nessuno può chiamare in difesa la propria ingenuità. Non si doveva arrivare a questo punto, l’autoritarismo e il clientelismo portano solo guai e non può essere accettata l’argomentazione assurda, arrivata da più parti, che la responsabilità dei guasti attuali è di chi denuncia gli illeciti. Come dire che la colpa non è di chi commette i reati ma è di chi li denuncia. Abbiamo più volte chiesto, anche su altri argomenti, il rispetto delle regole legali e morali e il rispetto della nostra storia su questo tema, in risposta il sindaco ci ha comunicato la sua uscita dal partito. È evidente che il primo cittadino non ama il dialogo, non ama il confronto, non ama la discussione, non ama le critiche come hanno capito purtroppo tutti coloro che gli stanno vicino. Il buon funzionamento di una comunità si basa sulle regole che servono per garantire i diritti di tutti. Chi ha responsabilità pubbliche non può mentire o imbrogliare ma deve essere un esempio per il prossimo ed avere la massima trasparenza. I nostri giovani hanno bisogno di esempi positivi e non certo quelli di chi evade tasse e tributi, non paga le bollette, ecc. Se domina la legge dei “furbi” chi è onesto paga due volte: la prima perché è danneggiato da chi imbroglia e la seconda perché deve pagare anche per lui. Se vogliamo ridiventare un Comune modello per gli altri, come lo siamo stati in passato, è dal rispetto delle regole che dobbiamo ripartire. Rileviamo anche la totale assenza dell’opposizione consiliare che non svolge il suo ruolo, non facendo certo bene alla democrazia e al paese. Mai abbiamo sentito la sua voce, nemmeno sulle questioni più importanti che hanno riguardato la vita della comunità. Il mestiere dell’opposizione dovrebbe manifestarsi con un esercizio critico e propositivo, con la denuncia delle iniziative faziose della maggioranza, con un impegno tendente a potenziarne l’attività nell’interesse dei cittadini. L’impegno dell’opposizione dovrebbe essere di stimolo per la correttezza amministrativa, per evitare l’appiattimento, la collusione, le pratiche clientelari e il deterioramento della politica come purtroppo sta accadendo anche nel nostro paese. Il sindaco non fa mistero di non appartenere a nessun partito pertanto come Partito Democratico, come del resto è sempre stato, ci sentiamo altrettanto liberi di agire politicamente anche sulle questioni amministrative, naturalmente con l’intento di sollecitare e migliorare la qualità degli interventi, senza nulla togliere a quanto di positivo è stato fatto. I nostri consiglieri comunali, godendo della propria autonomia amministrativa, sono altrettanto liberi di interpretare la loro attività e il loro ruolo. Come Partito Democratico di Luco non chiediamo dimissioni, come sarebbe normale dopo una condanna, ma facciamo appello agli amministratori a prendere spunto da questa sentenza, che ordina di cessare le pratiche antisindacali, per ristabilire la legalità in ogni attività a cominciare dalla trasparenza amministrativa e per iniziare una politica di ascolto di tutte le realtà politiche e sociali, per ripristinare una normale agibilità democratica nel nostro comune e per mettere fine ad una politica di divisioni nel paese che non può portare a nulla di buono”.