Tagliacozzo. Ribelle e genuino, affamato e generoso, combattivo e irascibile, schietto e impulsivo. In Vito Taccone abitavano tante anime diverse legate dal fil rouge della passione e del grande amore per la sua terra. Ce lo racconta il giornalista Federico Falcone nel suo ultimo libro dedicato al ciclista. L’appuntamento è fissato per domani, lunedì 7 agosto, alle ore 18, nel cortile d’Arme di Palazzo Ducale, all’interno del cartellone dei pomeriggi culturali del Tagliacozzo Festival.
Soprannominato Camoscio d’Abruzzo per il carattere e le abilità di scalatore, Taccone è stato un antieroe senza paura in grado di dare del tu alla povertà e al successo, alle vittorie e alle delusioni, ai grandi campioni del tempo e persino a papa Giovanni XXIII a cui chiese con candore «Caro Papa, per quale corridore fai il tifo?».
Un ciclista e un personaggio fuori dagli schemi, capace di riunire per tutti gli anni Sessanta – nel tifo e nell’ammirazione – un’Italia frammentata e una regione vessata da fame e miseria, diventandone il simbolo di riscatto e di speranza per il futuro.
Federico Falcone, scavando nel passato con dedizione e rispettosa cura, ci restituisce il ritratto di un corridore extraordinario; in una complessa parabola sportiva e umana fatta di cadute e conquiste, trionfi e amarezze, che hanno fatto diventare Vito Taccone il campione indimenticato di un intero Paese.
Moltissime le recensioni positive finora ottenute così come sono numerose le presentazioni del libro realizzate, come quella in occasione degli eventi organizzati dal Comune di Pescara per la tappa del Giro d’Italia nella città adriatrica.
28 capitoli che proprio come le tappe di una grande corsa si susseguono per designare una classifica generale finale fatta di episodi controversi e grandi vittorie in salita, di scazzottate ai compagni di gruppo e di nuovi sogni e nuove imprese dopo la fine della carriera agonistica. Un capitolo dopo l’altro, vengono così inanellati gli snodi fondamentali della carriera e della vita di un personaggio capace di folgorare persino Sergio Zavoli, il quale lo volle sempre al suo fianco durante l’innovativa trasmissione televisiva “Il processo alla tappa”.