Avezzano. Il Cam cambia marcia e punta sul risanamento e sull’ottimizzazione dei servizi. Non è stato ancora sciolto il nodo del modello dualistico o del vecchio sistema con un solo presidente, per ora quello che è certo è la voglia dell’assemblea dei sindaci e dei responsabili della gestione di sanare il buco da 60milioni di euro e garantire un’offerta migliore. Per questa sera, intanto, è atteso l’incontro dei sindaci che dovranno dire la loro su molte cose tra cui la presidenza dell’organo di garanzia vacante dalle dimissioni del primo cittadino di Capistrello Antonino Lusi. “Ci sono dei soci, come il Comune di Avezzano, che vogliono la liquidazione dell’ente”, ha commentato Lusi, “altri che invece puntano al risanamento. Ho lasciato la presidenza del consiglio di sorveglianza per dare al Comune di Avezzano il ruolo che gli compete dal momento che hanno sempre chiesto insieme all’azzeramento delle cariche. Ora riteniamo che il sindaco di Avezzano possa e debba occuparsi del consiglio di sorveglianza. In ogni caso in un anno è stato fatto molto e sono certo che il risanamento del Cam può continuare. Se poi prevarrà la vecchia concezione di gestione delle partecipate sarà difficile andare avanti. I sindaci devono quindi cambiare indirizzo politico. Abbiamo dimostrato che è possibile avere una gestione sana, grazie alla collaborazione dei sindaci, se prevarranno ancora le cordate non sapremo come andrà”. La poltrona della sorveglianza, quindi, potrebbe essere occupata da Gianni Di Pangrazio in qualità di sindaco di Avezzano e di socio maggioritario del Cam. Non ci sono ancora certezze in merito, ma tutto verrà chiarito nelle prossime ore. “Spending review è una serie di norme che riguardano gli enti pubblici”, ha commentato Andrea Ziruolo, presidente della società, “molto spesso si parla di norme, ma non di contenuti. Veniamo paragonati a società che fanno le nostre stesse cose ma vengono esaltati, mentre noi no. Stiamo superando la difficile situazione economica in cui ci troviamo. Abbiamo voluto ricreare delle situazione perfette per fare in modo che i debiti del Cam non ricadano sui Comuni. Questa società grazie al supporto di tutti hanno fatto propri gli obiettivi aziendali traducendoli in atteggiamenti encomiabili. Alcuni lavoratori agiscono venendo incontro alla società, stessa cosa i sindaci. Il Cam ha il minor costo dell’acqua insieme alla società di Sulmona. I servizi continuano a essere erogati, ci possono essere state delle problematiche per la depurazione, ma sono state sempre superate. Forse sarebbe auspicabile rivedere le norme sul sistema idrico regionale. I problemi verranno risolti in un orizzonte di medio termine. Il percorso è iniziato e verrà seguito offrendo un servizio di qualità, un contenimento delle tariffe, attraverso un’assemblea coesa e una società che deve dare risposte ai cittadini. Non possiamo permetterci la liquidazione del Cam perché altrimenti i buchi li pagherebbero i cittadini. Il primo passo l’abbiamo fatto, ora si dovrà fare il secondo, il terzo e così via”. Parla di risanamento e di ottimizzazione dei costi il direttore generale del Cam, Luca Ciarlini. “Abbiamo risposto ai quesiti dell’Ato ottenendo una sussistenza dei requisiti richiesti”, ha precisato Ciarlini, “dopo un anno possiamo dire che c’è un Cam che può fare. Per quanto riguarda le altre valutazione c’è stato richiesto l’equilibrio economico, noi abbiamo ridotto i costi e riequilibrato le spese. Questa società è stata conforme alle regole, se non lo è stata nel passato è un conto, nel 2013 però lo è stata. C’è un aspetto che non è stato citato il fatturato sviluppato nel passato. L’Ato dice che li prende dai soldi che da il gestore, noi invece diciamo che prendiamo i soldi grazie alle tariffe imposte. Nonostante abbiamo avutoi una scarsissima liquidità per la manutenzione abbiamo speso di meno facendo di più. Abbiamo tagliato il costo degli interventi del 36 per cento, ridotto il costo dell’energia del 14 per cento, e molti altri risparmi. Dei 60milioni di debito 30 ce l’abbiamo con i fornitori di energia elettrica che andremo a rinegoziare. Vogliamo migliorare la qualità del servizio investendo, e qui c’è necessità di farlo, e risanare questa società con un programma apposito. Serve quindi rigore e fondi per gli investimenti. Gli obiettivi di costo del 2013 sono stati raggiunti, ora bisognerà lavorare per altri. A febbraio contiamo di chiudere il bilancio dando chiara evidenza di risultati forniti”. Attacca la Regione e critica l’assenza del presidente Gianni Chiodi il sindaco di Aielli, Benedetto Di Censo. “Qui si è creata una frizione probabilmente generata dal sistema dualistico. Il male peggiore secondo una buona parte dei sindaci non è stato il Comune di Avezzano, che sicuramente ha dato delle indicazioni sbagliate, ma la Regione. Ci si aspettava una maggiore interlocuzione con l’ente che però fino a oggi non si è avverata. Qui bisogna chiarire delle cose di fondo con la Regione perché è trascorso troppo tempo e non ci sono state novità. Ho incalzato più di una volta l’assessore Di Paolo chiedendo di farsi sentire. Bisogna quindi ricercare il malessere in questi rapporti. La Regione ha finanziato con 500mila euro un depuratore ad Aielli, l’Ato ha trattenuto 350mila euro e la struttura quindi è incompleta. Ho fatto la denuncia alla procura della Repubblica. Il malessere va ricercato in questi atteggiamenti”. Ora resterà da capire come i sindaci soci vogliono gestire il futuro della società e soprattutto come vorranno risanare la società e i suoi debiti.