Avezzano. No alla riattestazione dei treni a Termini e no al biglietto integrato gomma – ferro. Sì all’aggiunta di nuove fermate e sì all’aumento dei tempi di percorrenza. Sono queste le risposte che il mondo delle istituzioni ha dato ai pendolari marsicani che avevano lanciato durante un incontro con il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti una serie di richieste per migliorare il servizio. Ritardi, soppressioni e tante delusioni da parte di una classe politica che, ormai da anni, promette soluzioni agli enormi e irrisolti problemi della linea ferroviaria Roma Pescara senza mantenere gli impegni presi. Tutta la classe politica, tutti pronti ad ascoltare le esigenze dei pendolari: ministri, presidenti, assessori e consiglieri, tutti disponibili e tutti apparentemente operativi. “Chiacchiere, tantissime chiacchiere”, dicono i pendolari, “nessun risultato, solo disagi e tanta umiliazione”. Un paio di mesi fa l’onorevole Filippo Piccone con il Presidente della Provincia Antonio Del Corvo, il consigliere provinciale Pasqualino Di Cristofano e una delegazione del NCD avevano accolto le richieste di Vincenzo Giovagnorio, del comitato pendolari, che chiedeva di incontrare il ministro dei trasporti Maurizio Lupi. Da quell’incontro soltanto una foto istituzionale e tante promesse, ovviamente non mantenute. Situazione immutata, problemi irrisolti e disagi ogni giorno. La sorpresa delle ultime ore è il declassamento di alcuni treni per il ritorno dei pendolari dalla capitale verso la Marsica occidentale. Dal 3 febbraio, con un aggiustamento al nuovo orario, è prevista un’ulteriore fermata alla stazione di Guidonia del treno in partenza da Roma Tiburtina alle 16.33, con conseguente aumento dei tempi di percorrenza e del numero di persone che vanno ad affollare i già strapieni treni del ritorno, ad ammassare ulteriormente come bestie lavoratori e studenti che ogni giorno affrontano improbabili viaggi a costi incredibili. Decisione inaccettabile, testimoniata da decine e decine di e-mail giunte in redazione, e situazione divenuta ormai insostenibile per oltre 600 persone che ogni giorno subiscono il menefreghismo della classe politica, che non ha prodotto alcun buon risultato, e di Trenitalia che si occupa soltanto dell’efficienza delle sue “frecce”. “Come volevasi dimostrare il cambiamento del numero del treno ha modificato la sua classe”, ha spiegato Daniele Luciani, pendolare e membro del comitato, “ovvero è stato declassato e gli è stata aggiunta una fermata, Guidonia, come si prospettava. Grazie a tutti i politici per la loro partecipazione”. Nella lista nera di Altroconsumo, che ha realizzato un’inchiesta sui pendolari italiani, risulta che nella Avezzano-Tivoli-Roma c’è il 77per cento degli insoddisfatti a causa proprio dei tempi di percorrenza sempre più lunghi, dei disagi quotidiani e dei convogli sporchi. “Il nostro regionale è diventato un vero e proprio treno merci”, ha commentato Giovagnorio, “con l’aggiunta della fermata a Guidonia non troveremo più posto e per di più mentre noi paghiamo 110 euro di abbonamento del treno più 30 per la metropolitana, i pendolari laziali con 30 euro viaggiano su tutti i mezzi. Siamo stanchi delle promesse dei politici, da febbraio non pagheremo più l’abbonamento”. Gianluca Rubeo