Avezzano. Professionisti del mondo della sanità di Abruzzo, Lazio, Sicilia e Campania a confronto, per creare una rete, per relazionare sull’importanza che ricopre la gestione del patrimonio venoso e la scelta dell’appropriato accesso vascolare, al fine di garantire qualità e sicurezza delle cure.
Sono stati oltre cento i partecipanti al II Congresso “Accessi vascolari in Abruzzo 2.0”, organizzato ad Avezzano (AQ), dalla presidente Anastasia Fusco, anche referente della società scientifica italiana Ivas per Abruzzo e Molise e responsabile dell’ambulatorio infermieristico degli accessi venosi dell’ospedale di Avezzano.
Un convegno che ha segnato un momento di crescita su tematiche importanti, per le pratiche quotidiane di professioni sanitarie che finalmente iniziano a essere pensate affinché riescano a interagire tra loro, ottimizzando così al meglio il tempo di intervento.
“ll posizionamento di un device vascolare può rivelarsi estremamente difficile. L’esaurimento del patrimonio venoso superficiale può essere dovuto a fragilità vascolare intrinseca, a pregresse infusioni di farmaci o sostanze irritanti, a patologie concomitanti. L’assenza di un accesso venoso sicuro e adeguato alle necessità assistenziali può comportare criticità per i pazienti in prima istanza ma anche per gli operatori e per l’organizzazione”, il commento della presidente del II Congresso che si è svolto nella sala conferenze dell’Hotel della Piana.
“Lo scenario terapeutico è in veloce evoluzione per soddisfare i bisogni dei pazienti e trattamenti come terapie oncologiche, nutrizioni parenterali e terapie antibiotiche a medio e lungo termine sono in aumento, non solo nei pazienti ospedalizzati ma sempre più spesso nelle cure territoriali. Anche il campo degli accessi vascolari ha subito una vera e propria rivoluzione d’oggi occorrono scelte strategiche che coinvolgano i bisogni dei pazienti e professionisti sanitari altamente specializzati in grado di valutare interazioni complesse e di lavorare in team. L’implementazione delle buone pratiche di qualità e sicurezza del paziente sono la grande sfida da superare”.
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“La letteratura riporta l’adozione di strumenti efficaci ed efficienti per poter combattere tale sfida, come l’utilizzo di bundles oltre alla formazione continua”, conclude, “i programmi di formazione che enfatizzano le indicazioni appropriate sul posizionamento di un VAD e quelli volti a revisionare le procedure corrette per l’inserimento e la gestione dei suddetti device, hanno dimostrato di ridurre l’incidenza di CLABSI in vari setting; come pure la formazione e l’addestramento su come implementare e valutare le misure di controllo delle infezioni e la periodica rivalutazione di queste conoscenze. Questi, solo alcuni dei temi trattati”.
L’evento è stato accreditato per le professioni sanitarie: ematologia, geratria, medicina interna, oncologia, chirurgia generale, chirurgia vascolare, anestesia e rianimazione, medicina generale, infermiere pediatrico, infermiere.