Avezzano. Nasce la “Nuova Avezzano”, un libero laboratorio di pensiero per promuovere un progetto di sviluppo della città e proiettarla al futuro. Cosa è e come funziona? Si tratta di una piattaforma indipendente di discussione, di condivisione di idee e di valorizzazione di buone pratiche per favorire la crescita economica e culturale, la qualità della vita e, più in generale, lo sviluppo urbano.
Secondo i promotori dell’iniziativa – il prof. Marcello Sansone, l’avv. Fabio Di Battista ed il dr. Pierluigi Costantini – oggi più che mai è fondamentale aprire un dibattito, sereno e costruttivo, sull’assetto futuro della città, che coinvolga i cittadini e tutti i portatori di interesse del territorio. Nell’ottica di dare un contributo di idee e di progettualità, i promotori ritengono che Avezzano – capoluogo della macro-area marsicana – dovrà essere attrattiva e sostenibile, capace di attirare giovani e imprese innovative, dotandosi di un motore economico in cui troveranno spazio anche nuovi settori come salute e ICT.
“Gli assi programmatici di medio e lungo termine dovranno includere, quindi, lo sviluppo delle infrastrutture (tra cui anche gli enti di ricerca, poli universitari coerenti alla vocazione del territorio, etc.), la riqualificazione edilizia (incluse le periferie) e delle aree verdi, il marketing urbano e culturale, l’economia circolare ed il rilancio del nucleo industriale, puntando su progetti di filiera e non su mere localizzazioni assistite”, dichiarano.
“Occorre un vero e proprio cambio di paradigma: un centro commerciale naturale (CCN) con eventi continui ed iniziative integrate; la creazione di un “marchio d’area” che certifichi e metta a sistema tutta l’offerta culturale qualificata della Marsica; una pianificazione urbanistica e commerciale integrata che rilanci il commercio urbano e generi un effetto virtuoso sul sistema locale; un distretto dello sport e del benessere nell’area naturale della pineta; un patto trasparente tra i proprietari di immobili commerciali, gli esercenti ed il Comune per un nuovo patto sociale”, proseguono i tre.
“C’è anche la riconversione di parte dell’inutilizzato interporto in un mercato di prodotti agroalimentari di eccellenza, aggregando in rete le realtà agricole più evolute e favorendo lo sviluppo di un nodo avanzato di trasformazione della materia prima agricola ad alto valore aggiunto; una struttura di progettazione capace di intercettare i fondi strutturali e di investimento (anche europei) per realizzare interventi strategici e creare occupazione. Affinché il piano della “Nuova Avezzano” possa realizzarsi, occorre la presenza di una classe dirigente pubblica autorevole, responsabile e competente, scevra da condizionamenti, capace di riscuotere la fiducia della società civile e mobilitarne le energie”.