Avezzano. I Torlonia mettono in atto un piano di 5 anni per far crescere la loro Banca del Fucino nel settore private banking e del wealth management di alta gamma attraverso anche l’aggregazione di altre realtà del settore, l’ingresso di nuovi professionisti attivi nella gestione di grandi patrimoni e la possibile quotazione in Borsa della banca. Questo l’accordo che la Banca del Fucino ha stretto con il Gruppo Barents mettendo sul piatto un aumento di capitale da 50 milioni. Affidandosi al nuovo operatore i Torlonia puntano a sviluppare la più antica banca privata romana fondata dai principi e guidata dalla stessa famiglia. In sintesi il piano industriale quinquennale prevede un aumento di capitale di 50 milioni di euro e il deconsolidamento di tutto il portafoglio di 300 milioni di euro di crediti deteriorati (Npe).
“Crediamo in un futuro che veda sempre di più la specializzazione della nostra realtà nel settore private e wealth management di alta gamma. La famiglia ha già sostenuto un aumento di 30 milioni di euro e questo nuovo passo ci permetterà di portare avanti aggregazioni nel settore”, ha dichiarato Alessandro Poma Murialdo, presidente di Banca del Fucino, che poi ha concluso dicendo che sono in sintonia con il management interno e con il gruppo Barents e che credono che l’ulteriore rafforzamento patrimoniale e il deconsolidamento totale degli attivi non performing permetteranno di incidere una forte accelerazione alla crescita della Banca.