Avezzano. “Si dice che i figli siano ‘della mamma’, ma questo è un preconcetto solo italiano. I padri non sono genitori di serie B”. Lo afferma l’avvocato Walter Buscema, presidente dell’associazione “Nessuno Tocchi Papà”, che sta organizzando una serie di incontri in tutta Italia per diffondere la cultura della bigenitorialità nelle coppie separate. Il primo incontro si è svolto ieri presso la libreria Mondadori di Avezzano.
“Con l’aumento delle separazioni e dei divorzi, si devono affermare nuovi modelli di genitorialità post-coniugale” spiega Buscema. “Spesso la separazione diventa un campo di battaglia, dove si perde di vista il diritto dei figli a crescere con entrambi i genitori”.
All’incontro sono intervenute anche la psicologa e psicoterapeuta Barbara Paldino, che ha parlato degli effetti della conflittualità genitoriale sui bambini, e la psicologa Federica Fierro, che ha spiegato come si può elaborare il trauma della separazione.
“Contrariamente a quanto si pensa, anche i bambini molto piccoli subiscono le conseguenze della separazione dei genitori” ha affermato la dottoressa Paldino. “Anzi: più è piccolo il bambino, più il trauma della separazione è profondo, anche se si manifesta dopo anni”.
“Anche la separazione è un lutto, cioè una perdita, e va affrontata come tale” ha detto la dottoressa Fierro. “La sofferenza si distribuisce su più livelli: è individuale, coniugale e filiale”.
“L’associazione ‘Nessuno Tocchi Papà’ è nata su Facebook: ho aperto una pagina per i miei sfoghi personali – anche io sono un padre separato – che ha inaspettatamente riscosso successo” racconta l’avvocato Buscema. La pagina Facebook “Nessuno Tocchi Papà” ha infatti oltre 30mila mi piace.
“Auspichiamo che una trasformazione culturale porti a un progresso legislativo sul tema della bigenitorialità” continua l’avvocato. “La legge sull’affido condiviso stabilisce il diritto dei figli ad avere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori, ma è vaga nella formulazione e lascia troppo spazio alla discrezionalità dei giudici. Questo dubbio normativo danneggia i padri, ma soprattutto i figli, che risentono dell’assenza della figura paterna. Il ddl Pillon, invece, stabilisce con precisione i tempi di frequentazione, che devono essere equipollenti, e introduce il mantenimento diretto, che consente ai padri di essere coinvolti attivamente nel mantenimento dei figli”.