Pescocanale. Alcuni ragazzi under-30 si ribellano allo spopolamento che affligge molti centri dell’entroterra italiano e, in particolare, abruzzese. Tra questi centri, appunto, Pescocanale: un piccolo borgo, frazione di Capistrello, che si pone appena al di là dell’ideale confine tra Marsica e Valle Roveto.
Parte del paese, il “paese vecchio”, è rimasto oramai da tempo praticamente disabitato. Con le persone che abitavano quelle vecchie case rischiano man mano di sparire anche le tradizioni, il dialetto, le ricette di un tempo, cose a cui i giovani del luogo sono molto affezionati.
In fin dei conti erano le case dei loro nonni e delle loro nonne, inebriate dal profumo del tegame sul fuoco. I vicoli erano marcati da quel modo di fare tipico dei piccoli centri rurali, in cui ogni persona di una certa età viene chiamata “zio” o “zia”, in segno di affetto e sommesso rispetto, più che di parentela.
I“Pingari”, così venivano e vengono chiamati gli abitanti di Pescocanale, cercano, a loro modo, di riportare alla vita, almeno per una notte, quanto sentono di aver perduto. E lo fanno ripopolando il “paese vecchio” la sera dell’11 agosto, dalle 20:00. Il tutto viene organizzato da quest’associazione culturale di giovani e giovanissimi, chiamata “Pingaria”, che presta il nome allo stesso evento. L’associazione nasce dalla compagnia teatrale dialettale “I piscanalesi”, che già da tempo anima le serate estive del paese con l’obiettivo dichiarato di conservare la lingua, la memoria, la cultura del borgo medievale incastonato nella valle del Liri.
Oltre agli obiettivi dichiarati, appare evidente quanto possa essere utile alle comunità il lavoro svolto da associazioni culturali di questo tipo, che forniscono spesso gli unici spazi e momenti in cui i ragazzi possono sperimentare aggregazione e cooperazione, troppo spesso elementi non prioritari per i piani istituzionali.