Per sempre. Ce lo ricorderemo per sempre. Questo 2020 è stato uno spartiacque tra il prima e il dopo, tra il vecchio e il nuovo, tra la paura e la speranza. Ma deve essere anche una linea di demarcazione tra gli errori del passato e i propositi per il futuro.
E tutto quel male che ha cosparso impietosamente la storia di questi mesi e quindi anche le pagine web di questo giornale, tutto quel dolore, deve aver avuto anche uno scopo più alto. Qualcosa ci ha insegnato, tutto questo. Ci ha lasciato un segno indelebile che ci ricorderà, per sempre, le cose che contano veramente.
Se non faremo nostro questo anno di sofferenza per essere migliori, allora tutti gli sforzi, tutte le vite perse, tutta la libertà che c’è stata negata, tutto il dolore che abbiamo provato, non saranno valsi a nulla. Resteranno in quelle pagine web come un’ombra del passato.
Per nessuno è stato facile. Non solo le nostre vite sono state condizionate da questa infinita emergenza, ma anche il nostro lavoro è cambiato. Anche in questo caso, per sempre.
La nostra quotidianità, le nostre giornate e la nostra attività giornalistica, per gran parte di questo vecchio anno si è fusa in un unicum epocale che ha cambiato tutto. Nessuno di noi dopo questo 2020 sarà come prima, il giornalismo non sarà mai più come prima, il modo di comunicare non sarà come prima, niente sarà più come prima.
Abbiamo lottato anche noi, insieme a tutti voi, cari lettori, giorno per giorno per capire cosa stesse accadendo, passo dopo passo, per guardare quello che non si vedeva bene o che non volevamo vedere, minuto dopo minuto, contagio dopo contagio, dramma dopo dramma, scoperta dopo scoperta, paura dopo paura, e soprattutto speranza dopo speranza.
Abbiamo imparato a conoscere e a riconoscere questo nemico invisibile ma ingombrante, e abbiamo imparato a conoscere meglio anche il mondo della sanità, gli operatori sanitari, le strutture per anziani, le forze dell’ordine, le forze politiche, le associazioni, le istituzioni. Tutte realtà, queste, che hanno dato il meglio di sé, e a volte anche il peggio, ma abbiamo imparato a conoscere meglio il mondo, il nostro mondo.
Era il 2 gennaio, le persone ancora passavano da una casa all’altra per gli auguri di un nuovo anno, tra aperitivi, pranzi, cene, tavole imbandite e tanta voglia di festeggiare. Quando è arrivato lo squarcio più terribile all’interno di una famiglia originaria di Celano, che vive ad Aielli. Nel pomeriggio, sulla Tiburtina, in un tragico incidente è morta Sara Sforza, 23enne. Alla guida dell’auto che l’ha travolta Ayoub Jarrar, 25enne cittadino marocchino poi scoperto senza patente, ubriaco e drogato al momento dello schianto.
Al sangue lasciato sulla strada dalla giovane morta tra le braccia del suo ragazzo, si è aggiunta una violenta polemica sui social, tra botta e risposta di commentatori seriali che hanno infangato per giorni le pagine virtuali di Facebook tra insulti, minacce, ingiurie, tanto che ne è nata poi un’ulteriore inchiesta con i carabinieri che si sono ritrovati a dover identificare i responsabili, su ordine della Procura.
A far calare il sipario sull’ennesimo “teatro social”, questa volta davvero dei più noir, la famiglia della giovane Sara. In una educata compostezza che, viste le circostante va oltre anche l’umana comprensione, ha chiesto a tutti di rispettare il dolore di una famiglia che si è vista privare del sorriso di un giovane fiore reciso troppo presto.
Da quel terribile inizio anno, giorno dopo giorno, mese dopo mese, a scrivere le pagine della cronaca nera del 2020 nella Marsica, come d’altronde nel resto del mondo, ci ha pensato il Covid19.
Già dal primo lockdown di primavera tutto lo spazio che fino a qualche giorno prima era occupato da furti, rapine e risse, ha lasciato il passo a casi di malasanità, alle morti per Coronavirus, ai bollettini regionali che di volta in volta hanno informato su quanti casi ci fossero Comune per Comune, provincia per provincia, su quale fosse l’età delle persone che si sono spente, sopraffatte dalla violenza del virus.
E se alla prima ondata il lavoro dei giornalisti era diventato una specie di caccia alle streghe per tracciare i contagi, alla seconda il dilagare della diffusione del virus, che a quanto pare si è divertito insieme a chi ha scelto di contravvenire a ogni tipo di prescrizione ballando e cantando tra le serate estive che si sono comunque tenute nella Marsica, contro ogni ragionevolezza (proprio come sottolineato dal primario di malattie infettive dell’Aquila Alessandro Grimaldi), ha messo in condizione i giornalisti di cronaca di scrivere un articolo dopo l’altro su dove si trovassero focolai importanti.
Così è successo che a metà ottobre ci si è ritrovati di fronte a 100 positivi tra ospiti e personale all’interno dell’istituto Don Orione di via Corradini ad Avezzano, poi a quello di Magliano, in una struttura diretta dalle suore (dove è morta suor Teresa, madre superiora dell’ordine delle Suore Francescane di Santa Filippa Mareri) fino alla residenza assistita per anziani Santa Maria Valle Verde, che ha contato due morti, un uomo di 64 anni e una donna di 81. Venti sono i morti contati solo al Don Orione tra gli anziani che se ne sono andati senza un ultimo saluto alle famiglie, così come vuole un rigido protocollo stilato per scongiurare la possibilità di contagio anche durante i funerali. A cui ormai possono partecipare solo i familiari. A Celano, il sindaco Settimio Santilli, in accordo con i tre sacerdoti della città, ha deciso di portarli direttamente all’aperto, al cimitero.
Il covid si è portato via Claudio Favoriti, storico titolare del Gran Caffè di Avezzano, morto allo Spallanzani a 61 anni; Orazio Frani, imprenditore avezzanese morto il giorno del suo 65esimo compleanno dopo essere stato trasferito a Pescara per via di complicazioni; il fotografo celanese Vittorio Di Tana (83 anni). Livia Giustolisi, 69 anni, figlia del giornalista Franco che aveva dato fatto luce, con un coraggioso giornalismo d’inchiesta, ai particolari dell’eccidio di Capistrello, portati poi nelle scuole della Marsica dall’appassionata giornalista Livia.
Durante l’emergenza Covid abbiamo documentato la morte di Enzo Di Felice, 72 anni, di Luco dei Marsi, spirato in auto mentre aspettava nel parcheggio di essere accolto in ospedale, ad Avezzano. Le file delle ambulanze davanti al pronto soccorso con i malati in attesa per ore ed ore, la costruzione della tendostruttura davanti all’ospedale, l’acceso scontro politico che si è infiammato nei confronti del direttore generale Roberto Testa che poi in una nota ha dichiarato l’intenzione di denunciare chi dava informazioni sbagliate sullo stato della Sanità marsicana. Niente denunce per i giornalisti ha poi detto, in un’intervista esclusiva a Marsicalive.
I fatti dell’ospedale di Avezzano questa volta non si è fermata solo alle pagine marsicane ma è rimbalzata da una trasmissione all’altra, tra Sky Tg24 fino alle Iene, a cui qualcuno dall’interno dell’ospedale ha inviato dei “video denuncia” di quello che accadeva nei reparti dove intanto continuavano a contagiarsi medici, infermieri e personale sanitario, stremati da turni massacranti. Unica luce di speranza, il reparto di neonatologia, dove intanto sono nati in tutto l’anno più di 900 bambini. Vi abbiamo raccontato il parto di Domenica Persia, 28enne di Trasacco che ha partorito il suo secondo figlio dopo qualche giorno dalla notizia di aver contratto il Coronavirus. E di come sono cambiate le modalità anche dei parti, con le donne sole, in reparto e in sala operatoria.
Il Covid ha ucciso anche il crimine, ma allo stesso tempo ha lasciato il posto ai controlli e alle sanzioni per chi sprezzante dei decreti continua a girare senza motivare alcuno stato di necessità, da un paese a un altro, per comprare birre, andare a sciare o addirittura da una regione all’altra, per acquistare un van per cavalli, dall’altro il problema dei rifiuti è rimasto uno zoccolo duro difficile da scalfire. Vi abbiamo documentato le discariche abusive a cielo aperto che deturpano i paesaggi a confine da un territorio a un altro oppure i centri storici marsicani e il lavoro dei carabinieri forestali che solo qualche giorno fa hanno sorpreso tre persone a sotterrare eternit danneggiato e sbriciolato, pericolosissimo.
E’ nato così un nuovo modo di fare cronaca. Sulla cronaca abbiamo potenziato il servizio della cronaca in diretta, utilizzando sempre più oltre alla piattaforma Facebook anche quella del nostro canale Youtube, con numeri sempre più sorprendenti: oltre 51mila utenti hanno ad esempio visualizzato il racconto in diretta dall’incendio del centro di riciclo nel nucleo industriale di Avezzano, in piena notte, a luglio. Oltre diecimila visualizzazioni anche per le dirette che abbiamo registrato nei punti dove è stato avviato lo screening con i tamponi ad Avezzano e a Celano.
I numeri.
170. Sono le vittime nella Marsica di questo 2020 martoriato dal virus, lo 0.13% dell’intera popolazione. Un numero che i marsicani non dimenticheranno mai più. Sono le persone che abbiamo lasciato nel corso di quest’anno terribile ma che resteranno del cuore delle persone che le hanno conosciute e perdute.
4.800. Sono invece i marsicani che hanno combattuto con il virus, il 3.7% della popolazione totale. Di questi, 4.630 ce l’hanno fatta, sono riusciti a battere il coronavirus.
Il mondo del lavoro e l’economia nella Marsica non hanno brillato nel 2020. L’anno si era aperto positivamente con la notizia dell’apertura di una nuova azienda e quindi l’arrivo di nuovi posti di lavoro. A marzo è sbarcata ad Avezzano la Exus azienda specializzata nella produzione di pezzi in ceramica refrattaria per la lavorazione dell’acciaio che, una volta a regime, conterà circa 200 dipendenti.
Poi sono iniziate le difficoltà a causa dell’emergenza covid. LFoundry, Fiamm – Siapra, ma anche Telespazio, Cartiera Burgo, Kromoss e Hydro hanno attivato la cassa integrazione per 9 settimane e lo smart – working oltre a tutte le misure di sicurezza per il contrasto al coravirus. Il 2020 è stato anche l’anno delle trattative sindacali con accordi di prossimità – strumenti utilizzati per superare i paletti del decreto dignità – scelti da diverse aziende del territorio per stabilizzare 72 mesi gli interinali, e dibattiti sulle turnazioni. Uno su tutti quello in corso in LFoundry, l’azienda più grande del territorio, che ha l’obiettivo di mandare in pensione definitivamente la turnazione 4 più 4 introdotta nel sito 21 anni fa. Sempre sul fronte lavoro l’anno che sta per finire è stato sicuramente buio per l’agricoltura.
Il settore più fiorente della Marsica che conta circa 4mila aziende ha avuto un forte arresto prima a causa del mancato arrivo dall’estero dei braccianti fermati alle frontiere per il covid e poi per i tanti e tanti prodotti invenduti, lasciati addirittura nei campi. Un anno sicuramente difficile che si chiude con danni ingenti per il Fucino ma anche con qualche bella notizia. Sono stati prodotti 420mila quintali di patate Igp del Fucino certificate e Covalpa e Ampp, due importanti realtà del territorio, nei giorni scorsi hanno stabilizzato 26 dipendenti.
Sono state le elezioni comunali, prima fissate per febbraio – marzo e poi rinviate a settembre a causa del covid, a caratterizzare la discussione politica nella Marsica. Avezzano e gli altri 11 Comuni chiamati alle urne hanno lavorato in un clima estivo, diverso dal consueto, per racimolare i voti e convincere gli elettori a recarsi alle urne. Sotto il sole di ferragosto ad Avezzano per ridare un sindaco alla città dopo 18mesi di commissariamento targato Mauro Passerotti sono state presentate sei coalizioni, con altrettanti sindaci e 585 aspiranti consiglieri. In campo sono scesi Antonio Del Boccio candidato sindaco con due liste “Io per Avezzano con Antonio Del Boccio” e “Civiltà Italiana”. Mario Babbo “Avezzano in Prima Linea”, “GenerAZione+”, “Avezzano Viva”, “Fuori Centro”, “Patto Civico per Avezzano” e “Partito democratico”. Anna Maria Taccone “Avezzano Domani”, Forza Italia, “Io ci sono per Avezzano” e “Siamo Avezzano”. Gianni Di Pangrazio le liste sono 8: “Io sto con Avezzano”, “Patto per Avezzano”, “Avezzano libera”, “Avezzano al centro”, “Uniti per Avezzano”, “Avezzano Città Territorio”, “Azione Civica per Avezzano” e “Riformisti per Avezzano”. Tiziano Genovesi Lega, Fratelli d’Italia, Udc e Cambiamo Futuro e Nicola Stornelli Avezzano Bene Comune.
Al primo turno nessuno è riuscito a conquistare la fascia tricolore e così alla vigilia dell’autunno gli avezzanesi sono tornati alle urne per scegliere il sindaco tra Genovesi e Di Pangrazio, che al primo turno avevano ottenuto 5.470 voti pari al 22,14% il primo e 8.043 voti pari al 32,56 il secondo. Di Pangrazio ha avuto la meglio con 10.322 voti (58,45%) mentre Genovesi si è fermato a 7.337 voti (41,55%). È iniziato così il nuovo governo Di Pangrazio non senza frizioni interne iniziali e difficoltà a causa del covid. Sempre il 2020 ha visto rinnovati anche i consigli comunali in altri comuni della Marsica dove sono stati riconfermati i sindaci uscenti – Celano Settimio Santilli, Carsoli Velia Nazzarro, Collelongo Rosanna Salucci, Sante Marie Lorenzo Berardinetti, Aielli Enzo Di Natale, Rocca di Botte Fernando Marzolini, Collarmele Tonino Mostacci e Cappadocia Lorenzo Lorenzin (Comune commissariato) – e scelti nuovi volti – Magliano dei Marsi Pasqualino Di Cristofano e Pescina Mirko Zauri.
Il campo della cultura ha sofferto in questo 2020 a porte chiuse ed a saracinesche abbassate. Non ci sono stati i grandi concerti e le grandi rassegne cui eravamo abituati e teatri e cinema sono rimasti chiusi. Il Multiplex Astra, unico nella Marsica, è chiuso ormai da un anno, il Teatro dei Marsi è riuscito a malapena a chiudere le stagioni di musica e prosa, così come il teatro Talia. Gli eventi estivi sono stati centellinati. Solo appuntamenti sporadici facili da gestire nel rispetto delle normative anticontagio. Vigeva, e vige tutt’ora, il divieto di assembramento. Ad Alba Fucens sono andate in scena le rassegne di Festiv’Alba e Alba Off, a Tagliacozzo è stato organizzato il Festival di Mezza Estate, e poi alcuni piccoli eventi, Celano ha provato a festeggiare i Santi Martiri e i paesi limitrofi hanno fatto ciò che hanno potuto, ma tutto, ovviamente, in forma contingentata. Il Concerto di Natale organizzato da Harmonia Novissima da 21 anni a questa parte ha dovuto rassegnarsi all’idea di fare esibire in streaming con diretta Rai Antonella Ruggero da una Cattedrale dei Marsi vuota. Analoga sorte è toccata agli altri concerti natalizi, come quello di Pescina organizzato dall’associazione culturale musicale Fontamara al Teatro San Francesco o quello della vigilia a Cerchio con il concerto della soprano Ilenia Lucci. A Pescina ha riaperto la casa di Silone in via delle Botteghe, le ProLoco marsicane hanno organizzato piccoli appuntamenti letterari e a San Vincenzo Valle Roveto ha preso vita la rassegna “Teatrando…in Comune”.
Curiosità e interesse sono stati generati dalle visite di Francesco Totti e Ilary Blasi a Tagliacozzo, a Celano dove ha inaugurato il nuovo centro sportivo e nella Valle Roveto dove è rimasto affascinato dalle locali bellezze naturalistiche. Foto ricordo e autografi non sono mancati e chissà che non ritorni appena sarà possibile. Niente mercatini di Natale a dicembre così come niente Settimana Marsicana a luglio. Non vedremo festeggiamenti per Sant’Antonio a Collelongo così come non ne abbiamo visti per San Cesidio a Trasacco, la cicloturistica della castagna a Sante Marie o il classico concerto in piazza a Capistrello. Non abbiamo gioito davanti a party, così non abbiamo potuto godere di sagre e feste. E’ stato tutto fermo, lo è tutt’ora e attendiamo il prossimo Dpcm per capire come e se il settore Cultura potrà ripartire.
Ambiente. L’anno si è aperto sulla scia di come si è chiuso il 2019, con i cattivi odori che hanno a lungo invaso i Comuni della Piana del Cavaliere e il nucleo industriale di Carsoli. Fin dall’estate l’aria era malsana e più volte i sindaci ne hanno chiesto il monitoraggio, convocando anche l’Istituto Superiore della Sanità. Problema che dopo le prime settimane del 2020 sembra essersi risolto. Il lockdown primaverile, conseguente all’avvento della pandemia, ha contributo a ripulire l’aria, le falde acquifere e le nostre città dallo smog della vita quotidiana. Ciò ha fatto capire, una volta di più, alle amministrazioni comunali l’importanza di puntare sul turismo ecosostenibile. Paesi come Sante Marie, Aielli, Collelongo, Villavallelonga, e quelli della Valle del Giovenco, in estate sono stati a lungo frequentati da camminatori e amanti delle escursioni all’aria aperta.
La Marsica punta sul green. Molti dei 37 Comuni marsicani si sono contraddistinti per una gestione virtuosa della raccolta differenziata. Aspetto, questo, fondamentale per il rispetto dell’ambiente, ben sposato agli ingenti controlli sul territorio per contrastare trasgressioni e infrazioni varie. In estate ha destato preoccupazione l’inquinamento del fiume Liri dal quale, in più di un’occasione, è fuoriuscita schiuma bianca derivante da sversamenti illeciti. A luglio un incendio ha devastato il capannone del centro raccolta dell’azienda Cassinelli ad Avezzano. Rogo che è andato avanti tutta la notte, fortunatamente senza vittime, ma che ha inquinato l’aria per molti giorni successivi. Tutt’ora sono in corso indagini. Pochi giorni prima di Natale i carabinieri forestali di Avezzano hanno bloccato delle persone che si accingevano a sotterrare lastre di eternit dove averle rotte e sbriciolate.
E’ stato un anno di prove. Abbiamo conosciuto la nostra vulnerabilità. Siamo stati messi di fronte a una scelta: riconoscere questa vulnerabilità oppure ignorarla. Il virus ci ha guardato in faccia e poi subito dopo non ha guardato in faccia a nessuno. Tutti siamo diventati vulnerabili, tutti uguali, buoni e cattivi, belli e brutti, vecchi e giovani, occidentali e orientali, ricchi e poveri, bianchi e neri. Questo ci ha uniti, tutti.
Un grazie va alla nostra redazione, a ogni giornalista che ha provato a raccontare, giorno dopo giorno, la vostra vita, mettendoci dentro anche un po’ della propria vita, nonostante gli insulti dei soliti haters e i discorsi di hate speech del coronavirus. E nonostante tutto ci avete sempre seguiti e siete diventati sempre di più.
Perché quando si scrive degli altri, in realtà, si scrive anche un po’ di sé, un po’ della propria esperienza, un po’ ella propria vita, un po’ della propria fragilità. Ed essere fragili non è debolezza, è invece un modo per comprendere veramente che abbiamo bisogno degli altri, che da soli non siamo niente.
Per questo vogliamo augurarvi, cari lettori, una nuova vita, una nuova opportunità che si chiama 2021.