E’ stato un anno difficile. Questo che sta per finire è stato proprio l’anno delle difficoltà. Ma dobbiamo ricordarlo come l’anno della speranza, dobbiamo sforzarci per cambiare quello che non è andato come doveva. In questo interminabile 2012 abbiamo vissuto insieme, noi e voi lettori, i drammi di un territorio che ha fatto del tutto per non farsi travolgere dagli eventi, per non farsi seppellire dalla polvere lasciata dalla crisi delle aziende come la Micron e dai tagli, per non farsi dimenticare come lo scandalo dei profughi scoperti da noi dentro dormitori in centro, ma anche come quei disperati marsicani senza i soldi per arrivare alla fine del mese.
MarsicaLive con umiltà e senza pretese ci ha accompagnato lungo questo cammino difficile che, sinceramente, ha incontrato più difficoltà che scorciatoie. Ma ce l’abbiamo fatta e siamo arrivati fino alla fine.
Oltre 10 milioni di persone hanno contattato in un anno questo giornale nato come una scommessa e diventato la più grande community del territorio con i suoi 7.000 seguaci su Facebook, gli 80mila click al giorno, tra cui anche 20mila marsicani residenti in America e in Canada, oppure dall’Argentina e dal Venezuela e addirittura da Paesi dimenticati come Ghana e Nigeria. Oggi è una struttura consolidata, con una sede, una redazione solida e una incredibile capacità di fare opinione semplicemente raccontando la storia della gente, nel bene e nel male. Se due anni fa ci avessero prospettato tutto questo ci saremmo messi a ridere.
E’ stato poi l’anno della diretta web, una vera rivoluzione culturale, tecnica e sociale messa in campo pensandola come un gioco, ma che poi ha incollato migliaia e migliaia di marsicani davanti al monitor del pc, dell’iPhone o della tablet, piuttosto che davanti alla tv, come avveniva una volta, persone che hanno seguito l’esito delle elezioni comunali di Avezzano fino ai risultati definitivi.
Ed è stato anche l’anno della grande nevicata di febbraio che ha messo veramente in crisi la popolazione. Ben venti paesi isolati, centinaia di strade e quartieri impercorribili, automobilisti bloccati nelle auto, treni fermi, freddo glaciale con temperature a -30. Abbiamo provato, con grande senso di responsabilità e buona fede, a dare un servizio a quelle persone che avevano, in quei giorni di difficoltà, quel monitor come unica finestra sul mondo.
Ma questo è stato soprattutto l’anno della crisi del lavoro. Una crisi raccontata giorno per giorno per non farla dimenticare dai nostri politici. Le aziende hanno annunciato i licenziamenti, la Micron con i suoi 1.800 lavoratori rischia il tracollo. Le famiglie non ce la fanno ad andare avanti. Basta chiederlo ai parroci che si vedono arrivare richieste di aiuto a chi, una volta, l’aiuto lo dava.
In questo anno abbiamo anche dovuto raccontare le storie di tante famiglie che, in un istante, si sono viste crollare il mondo addosso. Mamme e papà che hanno risposto al cellulare e dall’altra parte della cornetta c’era un poliziotto o un medico che parlava di un incidente o di un ospedale.
Il nostro ricordo non può che andare a Myriam, Giulia, Alessandro, Antonello, Claudio, Alberto, Domenico, Mirko, Giorgio , Alessandro, Antonello, Francesco e a tutti quei ragazzi marsicani che non ci sono più, ma che restano nel cuore di chi li aveva amati, di chi li aveva vissuti. Con loro ricordiamo quelle quattro vittime della strada per colpa dell’hashish e ci auguriamo che le cose cambino.
E’ stato poi l’anno della criminalità, dei fenomeni di razzismo nella Marsica, dell’eroe marocchino che ha fatto prima sognare e poi arrabbiare i marsicani, ma anche l’anno delle scuole e delle proteste studentesche. Abbiamo dedicato tanto lavoro e tanta attenzione alle scuole e ai ragazzi che ci hanno ricambiato con una grande e assidua attenzione, inviandoci foto, video e tanti comunicati.
Ed è stato anche l’anno della libertà di stampa. E possiamo dirlo forte. Il nostro giornale non si è piegato mai ai gruppi di potere, alle forze occulte che hanno tentato di infiltrarsi nelle crepe della struttura solida ma ancora giovane. Abbiamo guardato ai valori e questo è bastato per non farci condizionare, continuando con un’informazione pluralista e mai schierata, se non sugli ideali di umanità, legalità e uguaglianza. E i lettori hanno premiato la nostra voce fuori dal coro. Abbiamo raccontato la storia di gente comune, dato voce ad associazioni, pro loco, anziani, giovani, famiglie, persone svantaggiata, ma anche ai politici, alle amministrazioni, ai comuni, alle forze dell’ordine e agli enti istituzionali.
Non ci siamo fatti spaventare dalle intimidazioni, che pure ci sono state, e abbiamo continuato a lavorare con semplicità, senza montarci la testa per i numeri e l’autorità raggiunti.
E’ stato un anno difficile, ma ci sono anche storie che possono farci dire che è stato un anno da non dimenticare mai, nel bene e nel male. Vogliamo ricordare la storia di Henri, la promessa e il coraggio che un giovane disabile ha avuto per conquistare la vetta del monte Velino su una carrozzella. Abbiamo voluto raccontarvi anche quello da vicino e non ci è costato fatica nonostante la fatica, perché sapevamo che avrebbe fatto sognare i nostri lettori. E non vogliamo che smettiate di sognare e non vogliamo smettere noi. Vogliamo che la Marsica e l’Abruzzo continuino a sperare. E noi continueremo a raccontare questo sogno che a volte è un incubo ma che non ci spaventerà.
Quello che vi diciamo è di non farvi vincere dalla disperazione, dalle difficoltà che la vita ci mette davanti magari per farci ricordare di quella forza che è dentro di noi e che viene fuori proprio nei momenti difficili. Quelle difficoltà ci fanno crescere e fanno spuntare la parte migliore che è dentro di noi e che, altrimenti, sarebbe rimasta nascosta sopra una scrivania troppo vecchia, dentro un cassetto chiuso, dietro una porta sbarrata.
Il grazie, perché un grazie deve esserci, va alla grande famiglia di MarsicaLive, a Eleonora, un direttore che ha saputo con caparbietà e dedizione accollarsi le fatiche e le responsabilità di un giornale diventato in due anni il punto di riferimento di un intero territorio, a tutti i responsabili di redazione, ai giornalisti, ai fotografi, agli informatici, senza cui non sarebbe stato possibile arrivare fin qui. Grazie a Giulia, Antonino, Gianluca, Thomas, Antonio, Daniele, ma anche a tutti i collaboratori del nostro giornale nazionale, a Giorgia, Hela, Francesca e Angelo.
Ci aspettano grandi sfide per il 2013. Ma dovrà essere l’anno della riscossa, l’anno del riscatto.
Io, invece, il mio personale augurio voglio farlo a chi pensa di non farcela, a chi ha perso le speranze.
“C’è un momento della vita in cui tutto ti sembrerà fermo e ogni cosa non avrà senso. Ti sentirai solo e vedrai il mondo scorrere senza che tu ne faccia parte, il tempo passare senza che tu possa seguirlo, e il tuo cuore fermarsi senza che tu possa sentirne il battito. Vedrai la persona che ami andare via, un figlio morire in un istante, il lavoro che ami svanire come un sogno, l’amico di cui ti fidavi tradirti. Vedrai il tuo Dio non lasciarti alcun segno e la tua fede vacillare. Sarai insoddisfatto e niente potrà riempire i vuoti che hai dentro, sarai triste e nessuno potrà farti sorridere, sarai ferito e nessuno saprà curarti, vedrai il cielo buio e nessuno potrà accendere il sole, starai male e nessuno potrà asciugare le tue lacrime, cadrai e nessuno potrà rialzarti.
Ci sarà un momento in cui la tua vita non avrà più un senso e non avrà più un motivo per cui viverla.
Ma sarà proprio allora, in quel momento, che tu potrai cambiare il mondo. Proprio allora farai la differenza. Ci sarà un momento in cui prenderai per la prima volta in mano il tuo destino, in cui costruirai il tuo futuro. È proprio quello il momento in cui ti sentirai un uomo.
Allora ti rialzerai con la forza che hai dentro e che era nascosta dalla paura, ti farai coraggio asciugandoti le lacrime, stringerai i denti e coprirai le ferite, guarderai il cielo e vedrai l’azzurro luminoso e la luce del sole scaldarti.
Il mondo riprenderà improvvisamente a girare, il tempo tornerà a scorrere insieme al battito del tuo cuore. Allora, proprio allora, sarà il momento che per primo amerai chi non t’ama più, sarai tu a dare coraggio a un amico infedele, tornerai a sognare e il tuo animo si riempirà di speranza, il tuo Dio ti riempirà di fede e la tua vita avrà per la prima volta un senso. Allora, soltanto allora non ti sentirai più solo e la tua vita avrà trovato il senso che cercava”. (Pietro Guida)
Buon 2013.