Avezzano. Il 6 Novembre del 2011 l’Azione Cattolica dei Marsi ha celebrato i suoi 100 anni; la costituzione della prima presidenza diocesana voluta fortemente dal Vescovo Bagnoli nel 1911, ha fatto sì che la storia dell’Associazione si incrociasse con uno degli eventi che ha cambiato la storia della nostra terra: il terremoto del 13 gennaio 1915. Mons. Bagnoli si trovò ad essere alla guida di una Diocesi fortemente mutilata, con un cumulo di difficoltà materiali, ma anche, improvvisamente, morali e religiose, perché il popolo cominciò a vedere, nel disastro del terremoto, la punizione di Dio; idea avvalorata da avventurieri venuti da altri luoghi, definiti dal Vescovo “sciacalli di anime”. Straordinaria la “fotografia” di Mons. Bagnoli in mezzo alle macerie, descritta da Giovanni Pagani nel libro “Avezzano e la sua storia”: Riconobbi subito il Vescovo, che qualche anno prima aveva cresimato me e mio fratello Mario; era palesemente commosso e le sue parole di conforto si sentivano velate di pianto segreto; diede a mia madre, ferita ad un piede, che andava gonfiandosi, una boccetta contenente un liquido balsamico di colore marrone, ed a noi fanciulli una paterna carezza, non avendo altro. Dopo aver assicurato che molti soccorsi stavano per giungere da parte del Governo, reprimendo un singhiozzo, si allontanò lentamente: rimasi a guardarlo, ad ammirarlo, finché la sua figura alta e maestosa, come sempre, ma adombrata di profonda mestizia, non scomparve fra gli alberi di piazza Torlonia in cerca di qualche altro gruppo di sventurati da consolare. Non avrei mai pensato che dopo non molti anni mi sarei ritrovato tanto vicino a lui e per lungo tempo nell’organizzare l’Azione Cattolica in Avezzano e nella Marsica. Non l’ho mai più visto tanto commosso, ma quell’incontro mi bastò per conoscere bene e venerare quel fiorentino forte, come la quercia, nella pietà e nella fede. A distanza di due giorni dal sisma il Vescovo si recò a Roma per prendere accordi con il comitato della Gioventù Cattolica Italiana per chiedere aiuti, invitando a creare una sede operativa non ad Avezzano, dove stavano arrivando soccorsi in quantità, ma di adoperarsi per i paesi della Marsica, che in quel momento erano ancora abbandonati a sé stessi. A Tagliacozzo si formò immediatamente la sede del Comitato della Gioventù cattolica Italiana; i volontari si prodigarono per gli aiuti, raccogliendo ed organizzando i vagoni di vestiario e di cibo che arrivavano dai Comitati di Soccorso e da lì partirono automobili cariche di pane, di viveri, di indumenti e scarpe, dirette verso i paesi più isolati, seguendo le indicazioni di Mons. Bagnoli. L’allora presidente generale della Gioventù Cattolica Italiana Avv. Paolo Pericoli, si prodigò affinché fossero messe a disposizione della Diocesi 66 Baracche – Chiese, per consentire la ripresa del Culto, come attestato dalle lettere riportate nel Cartulario diocesano del Terremoto dei Marsi, curato da Stefania Grimaldi. (ed. Japadre, 2006). L’intervento dell’Azione Cattolica tutta, ed in particolare della Gioventù Cattolica, fu quindi immediato e capillare, un esempio sollecito di grande solidarietà, soprattutto verso le popolazioni più disagiate. In quest’anno di grande dolore, ma affrontato con gioia spirituale e con desiderio di agire per il bene comune, nel primo numero del Bollettino diocesano, periodico ufficiale della Diocesi dei Marsi, in data 25 ottobre, il Vescovo dichiarò di aver amato e di amare l’Azione Cattolica non per sé stessa e di non volere l’Azione Cattolica per l’Azione Cattolica, ma di amarla invece “per il bene che produce e come mezzo al fine”. L’associazione rimase sempre al centro del suo piano pastorale, perché in essa vedeva la strada maestra da cui passava la ricostruzione culturale, umana e religiosa di un popolo che era stato fortemente provato dalla storia e che aveva bisogno di riferimenti saldi su cui progettare il proprio futuro. Passati alcuni anni dal terremoto, Mons. Bagnoli dedicò la sua lettera pastorale per la Quaresima del 1924 all’associazione, scrivendo: ….raccomandiamo vivamente ai parroci di zelare l’Azione Cattolica, il meraviglioso esercito cristiano in cui debbono entrare tutti i fedeli. (.…) non è un movimento politico, né ha per fine ultimo il benessere materiale, ma avendo di mira la dilatazione del Regno di Dio per mezzo della santificazione delle anime, ha il compito di formare le coscienze secondo la legge eterna del Vangelo, in modo che i principi della morale cristiana siano di fondamento inesorabile della vita individuale e collettiva (…), perciò bramiamo che anche da noi si sviluppi e acquisti sempre maggior incremento. (…) Noi desideriamo che questa cara Diocesi non sia a nessun’altra seconda nel promuovere la gloria di Dio e perciò bramiamo che anche da noi si sviluppi e acquisti sempre maggior incremento l’Azione Cattolica. Nel 1924 la sede vescovile venne trasferita ufficialmente da Pescina ad Avezzano; il quadro della storia avrebbe riservato ancora tanti momenti di difficoltà, ma anche di gioia, al popolo marsicano e, nei colori di quel quadro, oggi come allora, l’associazione tanto voluta da Mons. Bagnoli continuò a camminare, a crescere, a rinnovarsi.
Il presente contributo è un approfondimento di quanto già riportato nel libro” ACCENTO nella storia”, scritto da Claudia Di Biase ed Enrico Michetti, in occasione dei 100 anni dell’Azione Cattolica dei Marsi e reperibile presso la Libreria Cattolica.