Avezzano. “La cassa integrazione Covid19 nasce per permettere il rallentamento, se non la chiusura, delle attività produttive, consentendo la realizzazione della misura del distanziamento sociale; utilizzi diversi sono da ritenersi impropri”. E’ di nuovo scontro in casa LFoundry tra l’azienda e le parti sociali. Si continua a discutere sull’applicazione degli ammortizzatori sociali e sulla mancanza di comunicazione tra le parti.
“Utilizzare ulteriore cassa Covid è incompatibile con un pieno impiego della linea produttiva e non può vedere il coinvolgimento di quelli che già si trovano fuori dallo stabilimento per via di altri provvedimenti (smart-working)”, hanno precisato le rsu di stabilimento, “singolare, anzi, paradossale, il fenomeno per il quale quando scende la produzione scende anche il supporto ma quando la produzione sale il supporto scende ugualmente.ù
La parziale disponibilità del sistema di servizi alle famiglie, come l’assistenza agli anziani e la gestione dei bambini, impone a molti di supplire a queste carenze con la propria presenza. In questo contesto si inserisce la proposta sindacale: rallentare la linea consentendo una migliore e più flessibile gestione di ferie, permessi, congedi e cassa così da lavorare con una linea non al 100% della capacità evitando picchi violenti in alto e in basso e contestualmente tornare al 100% di smart-working.
Il “recupero” delle giornate di contratti di solidarietà, magari da sostituire con cassa Covid19, non è da prendere in considerazione, soprattutto se sbilanciato in nome di non si sa quale principio. Cominciamo, invece, a parlare seriamente dei piani di sviluppo e delle annunciate assunzioni necessarie al completamento del quadro di competenze da affiancare a quelle già presenti in azienda al fine di favorire il passaggio a Idm”.