L’Aquila. Chiede ogni giorno perché non può andare a scuola. Ha solo otto anni ed è guarito dalla leucemia, ma non può frequentare perché la malattia l’ha reso immunodepresso e nella sua classe ci sono dei bambini non vaccinati. I medici dicono che può tornare a scuola. Nella classe di seconda elementare di Matteo ci sono cinque alunni non vaccinati, di cui due sono figli di mamme che si dichiarano no vax.
Prima di ammalarsi di leucemia, Matteo frequentava la prima elementare della primaria di via Bobbio, nel quartiere San Giovanni. “Amava andare a scuola”, ha raccontato la madre, originaria di Tagliacozzo (L’Aquila), al Corriere, “e la sua materia preferita era sicuramente…la ricreazione». Sorride e ricorda con nostalgia. Un giorno di fine aprile dell’anno scorso, però, è iniziato il calvario della malattia. «La cosa peggiore per noi – ci dice Sara – era vedere che Matteo aveva paura di morire». Dopo dieci estenuanti mesi di chemioterapia, il tumore di Matteo è in remissione. «Finalmente», dicono i medici, «può tornare a scuola e ricominciare a vivere». Ma, basta un attimo, per accorgersi che non è finita e che c’è un’altra battaglia da combattere.
I medici raccomandano che «la collettività frequentata dal paziente deve aver effettuato le vaccinazioni previste» perché il bambino, dopo la chemio, «non può essere sottoposto a vaccinazioni». Può morire. «Basterebbe una varicella, un morbillo o la meningite. Quindi, niente scuola».
L’avvocato della famiglia ha incontrato la preside e inviato una diffida alla scuola perché va garantito «il rientro del bambino in un ambiente protetto per il suo processo di guarigione». In attesa che la situazione si sblocchi la madre non si arrende: «Tornerà in quei banchi, con la mascherina, senza i capelli di prima, ma ci tornerà».