Avezzano. Grido d’allarme della Fiom – Cgil: per LFoundry serve un supporto da parte delle istituzioni per dare certezze ai lavoratori. Dall’inizio di dicembre per i dipendenti dell’azienda più grande del territorio sono scattati i contratti di solidarietà. Diciotto mesi di ammortizzatori sociali richiesti per oltre 1.400 lavoratori con l’intento di affrontare il periodo buio in arrivo a causa della guerra dei dazi, dell’aumento delle materie prime e del nuovo programma gestionale. La Fiom – Cgil, che non ha firmato l’accordo per gli ammortizzatori sociali, vede poca chiarezza sul futuro del sito e per questo ritiene necessario l’intervento delle istituzioni.
“Stiamo cercando di capire quello che sta succedendo nell’azienda più grande del territorio”, ha commentato il segretario regionale Alfredo Fegatelli, “non abbiamo firmato i contratti di solidarietà perché non avevamo chiara la strategia dei manager e l’incertezza rimane. La discussione al ministero per lo Sviluppo economico di fatto è stata rinviata al 2019. L’errore più grande è stato quello di firmare un accordo senza avere certezze ma con l’illusione di mettere al sicuro i lavoratori. L’assenza di un tavolo istituzionale non rassicura i dipendenti sul loro futuro. Dall’uscita di scena di Micron questo gruppo dirigente ha fallito, su tutti i piani”.
Fegatelli ha fatto l’esempio di Catania dove Micron – che ha una sede anche ad Avezzano – ha siglato un accordo ottenendo un impegno dal ministero per lo Sviluppo economico concreto. “Per LFoundry non c’è stato un impegno da parte del ministero perché anche l’azienda non si è posta in modo tale da ottenerlo”, ha evidenziato Simona De Sanctis segretario provinciale, “il cambio del software era stato indicato come un elemento fondamentale per questo periodo di ammortizzatori ma anche come base per superare gli esuberi. Nella sua intervista Galbiati parla dei contratti di solidarietà come strumento di contenimento dei costi. Ma gli ammortizzatori non possono essere utilizzati per un problema del genere, anche alla luce dell’impatto sociale che hanno sul territorio”.
La Fiom – Cgil ha lamentato che l’azienda continua ad avere un mono cliente e una mono produzione nonostante i numerosi annunci di sviluppi in nuovi settori. Diego Di Francesco e Rocco Rossi, rsu di stabilimento, hanno precisato che “nell’area produttiva c’è grossa preoccupazione perché ogni volta che c’è un cambio i salari diventano sempre più bassi e le condizioni di lavoro peggiorano. Questo periodo di ammortizzatori rischia di essere lungo e controproducente”.