Avezzano. Si rinnova la tradizione d’eccellenza promossa dal Panathlon Club Avezzano che, nella consueta conviviale a cadenza annuale tenutasi nella serata di ieri, ha tributato l’omonimo premio al neo eletto presidente FIGC Gabriele Gravina il cui nome va così ad imprimersi in un albo d’oro di assoluto lignaggio che annovera già personalità capaci, a vario titolo, di distinguersi a livello nazionale e internazionale nel panorama sportivo e che condividono con l’Abruzzo i natali come Mario Pescante piuttosto che momenti fondamentali della loro parabola agonistica come Sara Simeoni.
Il Panathlon International, nel cui circuito è integrata la delegazione avezzanese, è una realtà indipendente la cui mission è veicolare i valori dell’etica sportiva e del fair play, adoperandosi in maniera proattiva per la promozione e diffusione della cultura sportiva e del valore sociale dello sport, inteso anche come strumento formativo.
Un impegno programmatico quasi cucito su misura su quello caratterizzante il mandato presidenziale di Gabriele Gravina che ha fatto proprio della dimensione etica l’asse portante del progetto di governance che mira a realizzare attraverso un impianto di riforme molto ambizioso:
“Amo considerare il passato come esperienza e non come ricordo – esordisce il Presidente federale – seguendo la mirabile intuizione di Ezra Pound, dobbiamo impedire al ricordo di prevaricare il sogno e trovare il coraggio di proiettarci verso il futuro”. Gravina ha tenuto a sottolineare come fermo sia il suo attaccamento al territorio: “conosco il mio Abruzzo, le sue sensibilità, la grande capacità che ha di accogliere e questa serata mi riempie di emozione e orgoglio.
Sono convinto che il futuro del calcio risieda nella sua multidimensionalità, dove, accanto alla pur fondamentale dimensione economica, dovrà esserci molto altro. Il trickle down che caratterizza il sistema calcio non è più accettabile poiché non favorisce alcuna sostenibilità che, al contrario, è maggiore quanto più solida è la base della piramide; per questo, cruciale sarà il ruolo giocato proprio dal territorio”.
Forte e risalente è stata la determinazione della Presidente del Panathlon Club Avezzano, Prof.ssa Emi Di Stefano, nel voler assegnare il riconoscimento a Gabriele Gravina nel trentennale della sua istituzione. “Una decisione maturata prima della sua elezione a vertice federale che – evidenzia la Di Stefano – rappresenta la definitiva conferma della bontà di una scelta condivisa da tempo in seno al nostro direttivo. Gravina impersona i valori fondanti del Panathlon, è una figura in grado di mettere al centro i valori, non il valore“.
Abruzzese non di nascita ma, a pienissimo titolo, d’adozione, l’attuale Presidente federale può fregiarsi di un’invidiabile curriculum vitae che, segnatamente all’ambito dello sport che è il microcosmo d’interesse per la soirée appena archiviata, lo ha visto protagonista del “miracolo sportivo” targato Castel di Sangro, massimo rappresentante di una lega professionistica, amministratore delegato di Federcalcio Srl e, last but not least, guida della più importante federazione sportiva del comparto nazionale.
Proprio questo aspetto è stato al centro della riflessione estesa alla conviviale dal sindaco della Città di Avezzano, Gabriele De Angelis, secondo il quale “la nomina di Gabriele Gravina è estremamente importante e significativa per il momento storico che stiamo attraversando.
C’è bisogno di figure dotate di grandi capacità e l’assemblea FIGC non avrebbe potuto operare scelta migliore eleggendo a proprio vertice una persona dotata di un così evidente spessore umano, culturale e manageriale e la cui credibilità e affidabilità sono dati a dir poco acquisiti”. Su questa traccia si è mosso infine anche il n°1 del CONI Abruzzo, Enzo Imbastaro, quasi meravigliato di come “la Federazione si sia accorta forse un po’ tardi di avere un personaggio di valore indiscusso già da tempo al proprio interno”.
Calato il sipario sulla manifestazione, la speranza è che restino vivi i proponimenti e ben presenti le motivazioni che l’hanno animata. Con un’epocale riforma del comparto sportivo nazionale che è in bacino di carenaggio, riuscire a coniugare l’assetto normativo-istituzionale che ne discenderà attraverso un solido impianto valoriale sarà la chiave di volta per ridefinire il posizionamento sociale del nostro sport. Antonio Rico