Secondo la Stati, gli esperti della commissione avevano convinto tutti, sia i componenti tecnici, sia quelli politici, e quella breve telefonata con Bertolaso era servita semplicemente a stabilire il metodo di organizzazione. Lo ha chiarito questa mattina nell’interrogatorio davanti ai pubblici ministeri Roberta D’Avolio e Fabio Picuti, l’ex assessore regionale alla Protezione civile, Daniela Stati, indagata insieme all’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso per omicidio plurimo colposo in co, alla luce della famosa telefonata tra i due intercettata dagli inquirenti. La Stati ha parlato per quasi due ore rispondendo a tutte le domande e cercando di far luce sulla sua posizione in quell’occasione. Difesa dagli avvocato Roberto Verdecchia e Alfredo Iacone, l’ex assessore del Pdl, oggi componente di Fli, ha affermato di aver ricevuto una telefonata molto breve e di aver acquisito idonee documentazioni e procedure. In sostanza sostiene di aver ricevuto delle direttive da Bertolaso. Per la Stati, tutto era in linea con le indicazioni fornite dagli esperti che avevano convinto tutta la commissione, sia i componenti tecnici, sia quelli politici, tanto che lei aveva posto ben otto domande di chiarimento ai tecnici. La telefonata era arrivata alla Stati, assessore solo da poche settimane, da Bertolaso poco prima del famoso vertice del 31 marzo 2009, una settimana prima della terribile scossa che distrusse L’Aquila e dintorni. «Devi dire ai tuoi», disse Bertolaso nella telefonata, «di non fare comunicati che dicono che non faranno nuove scosse perché queste sono delle cazzate. Non si dicono mai queste cose quando si parla di terremoti. E’ uscita una agenzia che dice ‘non sono più previste altre scosse’ ma questa cosa non si dice mai Daniela, neppure sotto tortura». «Io non lo sapevo», rispose la Stati, «esco ora dalla riunione di giunta e mi scuso per loro». «Quando devono fare dei comunicati», avvertì Bertolaso riferendosi a una nota diffusa poco prima, «dì che parlassero con il mio ufficio stampa che ormai ha la laurea honoris causa in informazione dell’emergenza, sanno come ci si comporta ed evitano boomerang. Perché se poi c’è una nuova scossa? Il terremoto è un terreno minato». La Stati nell’interrogatorio avrebbe richiamato in causa il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e l’allora presidente della Provincia Stefiania Pezzopane che secondo l’ex assessore erano in possesso di un utile studio di Abruzzo Engineering sulla mappatura del territorio e degli edifici, pubblici e privati.