Ci fu un periodo, tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 in cui gli aristocratici inglesi e tedeschi, desiderosi che i propri figli ricevessero un’educazione signorile e artistica, facevano compiere loro un viaggio in giro per l’Europa, anticipando di fatto l’odierno progetto Erasmus con il celebre “Gran Tour”. Durante questi viaggi i giovani imparavano a conoscere gli aspetti culturali, politici e artistici dei vari paesi e le mete erano Francia, Olanda e Germania, ma indiscutibilmente la più ricercata era l’Italia, in particolare le città di Roma, Firenze e Napoli. Presto, però, anche le sponde del lago Fucino divennero una tappa irrinunciabile, ambita da tutti i giovani europei. I più famosi a compiere viaggi nella nostra regione furono Goethe, tra il 1786 e il 1788, e Lord Byron nel 1817, ma quelli che più di tutti lasciarono dei documenti sul loro viaggio furono Kappel Craven, Kurt Hassert, Edward Lear e Mautits Escher, che descrissero e disegnarono meravigliosamente gli stupendi scenari dell’Abruzzo dell’epoca. Edward Lear ci ha lasciato dei bellissimi disegni dell’Abruzzo, fissando su carta delle vere e proprie fotografie d’altri tempi, che altrimenti sarebbero andate perdute per sempre. Escher, famoso per le sue paradossali illustrazioni, disegnò alcuni bellissimi borghi abruzzesi; uno dei più famosi e accurati è sicuramente quello di Scanno.
Kurt Hassert, celebre geografo tedesco, ci racconta che “dopo aver lasciato la fresca e ricca d’acque patria d’Ovidio” e aver visitato Pescina, luogo natio del Cardinal Mazarino, con un lungo viaggio in treno attraverso le gallerie scavate negli imponenti monti abruzzesi arrivò nel Fucino dove “s’aprì allo sguardo un’ampia e fertile pianura, e la bellezza indicibile del paesaggio fa venire il groppo in gola per la sua silenziosa maestosità”. Ma quello che rimase più colpito probabilmente fu Dumas, a cui durante il suo lungo viaggio in Abruzzo rimasero impressi personaggi e ambientazioni della conca fucense. In effetti se ripensiamo ai tanti personaggi che frequentavano le cantine dei borghi marsicani dobbiamo ammettere che somigliano un po’ troppo ad alcuni personaggi che lui ha trasportato nelle cupe taverne dei suoi bellissimi libri e la sostituzione del Cardinale Richelieu con il Cardinal Mazarino è la prova più lampante di queste sue ispirazioni. Grazie a questi artisti la nostra terra è finita in celebri romanzi, splendidi quadri e nei più importanti libri di storia. Andiamone fieri e impariamo a riscoprire la nostra Marsica, quella terra che per un periodo è stata la meta dei sogni di ogni ragazzo europeo. @francescoproia