Si è conclusa con grande successo la IX edizione di Gironi Divini: 70 cantine da tutte le provincie, 250 i vini iscritti al concorso, circa 400 gli appassionati distribuiti sui 9 appuntamenti sparsi in tutta la Marsica, decine di articoli diffusi a mezzo stampa, centinaia di post sui social, interviste a produttori ed esperti. Insomma, un bel tour con il vino d’Abruzzo al centro, durante il quale in maniera rilassata e in totale sicurezza, si è parlato di vino con rigore e professionalità, perseguendo il duplice obiettivo di diffondere la cultura del buon bere col sorriso.
Nella ormai consueta cornice della terrazza del ristorante La Parigina di Tagliacozzo sono andati in scena i migliori rosati e rossi del concorso. Nel primo appuntamento si è avuta l’occasione di affrontare le tante sfaccettature che il mondo del vino rosa regionale è in grado di offrire. Nel secondo e conclusivo evento sono scesi in campo i “pesi massimi”, ovvero i rossi da Montepulciano d’Abruzzo con almeno 4 anni di invecchiamento.
Partiamo dai rosati. Dopo la prima selezione, avvenuta ad opera di un team di professionisti di provata esperienza, composto da giornalisti, enologi, sommelier e distributori, la parola è passata, secondo la consolidata formula di Gironi Divini, alla giuria popolare. Ad aggiudicarsi la palma del più gradevole, secondo l’insindacabile giudizio di coloro che il vino lo compra e lo beve, è stato il Cerasuolo d’Abruzzo 2020 della cantina di Chiara Ciavolich, di Loreto Aprutino.
Un nome non nuovo quando di parla di vino rosa, visto che Chiara da sempre è stata una delle sostenitrici della difesa della tipicità di questo nostro grande rappresentante regionale. Il suo rosato l’ha spuntata di un soffio sul Pettirosce di Lunaria Bio, la linea biodinamica della Cantina di Orsogna, conclamato campione di piacevolezza, e sul sempre sorprendente Cerasuolo Fonte Vecchia della locale Cantina del Fucino, imbattile esempio di rapporto qualità prezzo. Gli altri finalisti, arrivati tutti a brevissima distanza e comunque assai apprezzati dai circa 50 giudici popolari presenti, sono stati i rosati di Terzini, di Monteselva, di Illuminati, di La Valentina, di Zaccagnini, di Lampato e di Pasetti. Una top ten che ha degnamente rappresentato il variegato mondo del vino rosa, che tanto successo commerciale sta riscuotendo specie tra i giovani e le donne.
In seconda serata spazio ai vini di grande struttura ed invecchiamento, con i Montepulciano d’Abruzzo di annate comprese tra la 2013 e la 2017. Qui il parametro di giudizio si è spostato sulla complessità, sulla potenza, sull’eleganza al servizio della tipicità.
A raccogliere il consenso del pubblico è stato un po’ a sorpresa il Pathernus 2013 della piccola azienda Cioti, “decisamente wild ma sul solco della tradizione”, come ha egregiamente sintetizzato l’esperto degustatore Antonio Battisti.
Un vino contadino, di quelli che non inseguono mode o facili consensi, ma che evidentemente ha colpito i 50 appassionati chiamati a dare un giudizio prettamente edonistico. A completare il podio il Pignotto 2015 di Monti, storica azienda teramana che sui rossi non sbaglia mai, e lo Spirò 2014 di Novaripa, il nuovo nome commerciale della storica Cantina di Ripa Teatina, un grande vino in edizione limitata che aveva avuto il punteggio più alto della giuria dei tecnici. Gli altri campioni della finale sono stati il Mammut di Cascina del Colle, il Torre Migliori di Cerulli Spinozzi, l’Indio di Bove, il Plenus di Marina Palusci, il Torrepasso di Codice Vino, l’Antò di Costantini e il Montepulciano Riserva di Col del Mondo.
L’edizione numero nove di Gironi Divini si chiude quindi con un bilancio ampiamente positivo. L’annullamento forzato dell’evento di strada, per ovvie ragioni di sicurezza, ha permesso agli organizzatori – il gruppo Live Communication, sotto la direzione del critico Franco Santini – di concentrare tutte le energie su una proposta altamente qualitativa, che ha avuto pochi uguali in regione. La novità delle serate itineranti nella Marsica è piaciuta e si preannunciano già nuove tappe per l’edizione 2022.
A conti fatti, le finali di Tagliacozzo sono state per qualità e rappresentatività uno degli appuntamenti di cultura del vino abruzzese più importanti dell’anno. Sessanta cantine, 250 vini, 10 esperti degustatori di esperienza internazionale, quasi 300 persone (che arrivano a 400 con le presenze a Sante Marie, Magliano dei Marsi e Avezzano) appassionate, interessate e curiose, che hanno assaggiato i migliori vini della regione in uno dei posti più belli della Marsica.
Insomma, tanta soddisfazione e la consapevolezza di aver parlato di vino con cognizione e con piacere, avendo portato un piccolo contributo alla diffusione della conoscenza e della cultura del buon bere abruzzese. Appuntamento a tutti all’edizione 2022, in cui ci saranno altre novità e altri appuntamenti.
Un ringraziamento finale, doveroso, ai partner tecnici che hanno permesso di realizzare tutto questo. Intanto a Maurizio Di Marco Testa e sua moglie Gabriella, che hanno messo a disposizione la terrazza del ristorante La Parigina, una location di rara bellezza e funzionalità, che ha lasciato senza fiato i tanti partecipanti. Poi alla Fisar rappresentata da Giuseppe Caudai, Marco D’Alessandro e Roberto Eudizi. Un grazie personale anche all’amico Paolo Zazza della FIS, che con la sua professionalità ha elevato il livello della tappa avezzanese, svoltasi nel locale di quel fantastico oste che è Paolo del Postaccio, il bacaro marsicano, con la collaborazione di Sabatini all’ex Palaghiaccio, nota enoteca e distribuzione locale.
E, ovviamente, un grazie di cuore agli sponsor della manifestazione, aziende stranote a livello abruzzese e nazionale, che hanno mostrato di credere in questo evento e nelle sue ricadute culturali per il territorio. Banca del Fucino, Walter Tosto, Celiprem, Skin Center e Skin Center Spa, Madama Oliva, Morgante Iolanda, MyZona, Conti&C prodotti petroliferi e Rustichella d’Abruzzo.