Avezzano. Si parla poco di gotta, un tipo di artrite infiammatoria che colpisce ogni anno più dell’8 per cento degli italiani con oltre 65 anni, ma anche tante persone più giovani, per un totale dell’1-2 per cento della popolazione in Occidente. Abbiamo approfondito l’argomento con il dottor Arcangelo Di Legge, responsabile della Farmacia Santa Caterina di Avezzano, che ha illustrato tutti gli aspetti riguardanti questa patologia, spiegando come riconoscerla, curarla e quando possibile prevenirla.
Cosa, dottor Di Legge, la gotta?
La gotta fa parte di un gruppo eterogeneo di malattie caratterizzate dall’alterazione del metabolismo dell’acido urico. Consiste in un’artrite infiammatoria causata dalla deposizione all’interno delle articolazioni di microscopici cristalli si acido urico.
Quanto è diffusa?
E’ una malattia conosciuta fin dall’antichità, se ne ha una prima descrizione in Egitto nel 2066 a.C., e nei secoli scorsi veniva chiamata la malattia dei Re, in quanto associata ad una alimentazione ricca ed al forte consumo di bevande alcoliche allora esclusive della dieta delle classi sociali più abbienti.
La gotta colpisce sopratutto gli uomini ed ha la massima incidenza tra i 50 ed i 60 anni.
Le donne sono poco colpite e lo sono eventualmente solo dopo la menopausa.
L’incidenza è dell’ 1-2 % della popolazione occidentale.
Quali sono le cause della gotta?
L’aumento dell’acido urico nel sangue può essere dovuto ad un aumento di produzione di questa sostanza o ad una sua ridotta eliminazione con le urine.
Il primo caso si verifica per errori non ben conosciuti della catena metabolica di produzione, per l’eccessiva ingestione di purine (precursori dell’acido urico) o in caso di malattie tumorali del midollo osseo.
L’eliminazione ridotta può comprendere anche in questo caso condizioni idiopatiche, cioè sconosciute, insufficienza renale, disidratazione o l’utilizzo di alcuni farmaci come diuretici o acido acetilsalicilico a bassi dosaggi.
Che cosa è l’artrite gottosa?
L’artrite gottosa acuta è un processo infiammatorio invalidante che esordisce in maniera rapida ed intensa. L’inizio del dolore può avvenire nel giro di ore o anche pochi minuti.
Di solito viene interessata una sola articolazione, tipicamente la più colpita è quella dell’alluce e prende il nome di pedagra.
Le sedi più comuni sono quelle degli arti inferiori come caviglie e ginocchia, meno frequentemente possono essere interessati invece il gomito, il polso e raramente spalle, colonna ed anche.
L’articolazione interessata si presenta arrossata, calda e dolente, può essere presente anche la febbre.
Al primo attacco ne possono succedere altri, intervallati da periodi di assenza di artrite ( gotta intercritica).
Quando gli attacchi si ripetono la patologia diventa cronica, l’acido urico può depositarsi nei tendini e nei tessuti circostanti le articolazioni, generando i cosiddetti tofi che provocano erosioni delle superfici ossee.
Una sede tipica dei tofi è la cartilagine del padiglione auricolare.
Oggi queste manifestazioni della gotta sono molto meno frequenti grazie all’avvento di terapie farmacologiche molto efficaci.
Che cos’è la nefropatia gottosa?
La nefropatia gottosa è un accumulo di cristalli di acido urico a livello renale ed è responsabile dell’alterazione della funzionalità renale che può verificarsi nei malati di gotta.
Quali sono gli indicatori della gotta?
L’indicatore biochimico è la concentrazione nel sangue di acido urico oltre i limiti di riferimento che sono: negli uomini 3,40-7,00 mg/dl e nelle donne 2,40-5,70 mg/dl.
Questo valore è utile sia a confermare un sospetto di attacco gottoso sia per monitorare il trattamento farmacologico dell’iperuricemia.
E’ un esame che effettuiamo presso la nostra Farmacia con una goccia di sangue prelevata dal polpastrello con il risultato in circa 3 minuti.
Altri esami comprendono l’analisi del liquido sinoviale dell’articolazione colpita, nel quale si ritrovano cristalli aghiformi di acido urico.
Le radiografie sono di scarso valore diagnostico all’inizio della malattia mentre nella fase cronica posso evidenziare i depositi tofacei e le erosioni ossee.
Come si cura la gotta?
Il trattamento dell’artrite gottosa in fase acuta si basa sulla somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei, colchicina e steroidi, che migliorano i sintomi, ma non riducono i valori di acido urico nel sangue.
Successivamente l’iperuricemia viene corretta con farmaci quali l’allopurinolo o il febuxostat che ne aumentano l’eliminazione e con una modifica dello stile di vita del paziente.
E’ necessario ridurre il peso corporeo in caso di sovrappeso, bere molta acqua e cambiare le abitudini alimentari a rischio.
La gotta infatti si associa spesso ad altre patologia come ipertensione, diabete ed obesità che risentono di un regime alimentare scorretto.
Quali sono gli alimenti da evitare?
La dieta va modificata abolendo o riducendo al minimo i cibi ricchi di purine.
Tra le purine più conosciute ricordiamo caffeina e teobromina presenti nel caffè, thè e cioccolato.
Attenzione anche al fruttosio come dolcificante che provoca ritenzione dell’acido urico.
Da limitare anche il consumo di alcolici, in particolare la birra è tra gli alcolici più ricchi di purine.
Alimenti a più alto contenuto di purine ( da 100mg/100g fino a 1000 mg/100g ) sono : alici, sardine, sgombro, cozze, animelle, fegato, rognone, cervella, estratto di carne e selvaggine.
A questi seguono quelli a medio contenuto come: carni, crostacei, salumi, piselli, fagioli, lenticchie, spinaci, cavolfiori, asparagi, arachidi e prodotti integrali.
Sono consigliati invece quelli a basso contenuto di purine come: pasta, verdure (escluse le precedenti), latte, uova, formaggi, ed altri cereali ad esclusione di quelli integrali.