San Benedetto dei Marsi. A pochi giorni dal processo che lo vede accusato della morte di Collinzio D’Orazio, squarciate le gomme dell’auto di Fabio Mostacci.
È accaduto nei giorni scorsi, di notte e sul caso sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri della locale stazione a cui il giovane ha denunciato l’accaduto.
Qualcuno avrebbe inoltre anche tentato di incendiare la sua auto, senza però riuscirci. Sono al vaglio degli investigatori i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona che potrebbero aver ripreso gli attentatori. I militari dell’Arma starebbero già seguendo una pista. Il processo sulla morte di Collinzio D’Orazio si sarebbe dovuta tenere il 19 ottobre davanti alla corte d’assise dell’Aquila ma l’udienza era stata rinviata e fissata a oggi.
I danni all’auto gettano nuovi interrogativi sulla vicenda riguardante la morte del 51enne di San Benedetto. Sarebbero stati messi in atto ai primi di novembre durante le ore notturno. In particolare, sono state squarciate le gomme dell’auto appartenente a Fabio Sante Mostacci, 30 anni, di San Benedetto, accusato insieme all’amico Mirko Caniglia (29) di aver abbandonato la vittima in evidente stato confusionale nei pressi del fiume Giovenco, in una zona fangosa e durante una notte dalle pessime condizioni climatiche, provocandone la morte. Sui due imputati pesa anche l’aggravante della morte conseguita dall’abbandono della vittima. Nella seconda fase delle indagini l’accusa era diventata quella di omicidio volontario. Successivamente il capo d’accusa è tornato quello originario, cioè abbandono di incapace, ma con l’aggravante di aver provocato la morte. A scoprire le gomme tagliate all’auto sarebbe stato proprio Mostacci che, assistito dall’avvocato Mario Flamini, ha presentato denuncia alla locale stazione dei carabinieri.
Secondo gli accertamenti, gli attentatori avrebbero anche cercato di incendiare la macchina. Qualcosa però non sarebbe andato per il verso giusto. Infatti i responsabili dei danneggiamenti non sarebbero riusciti a innescare l’incendio. Del materiale necessario a dare alla fiamme il mezzo di Mostacci sarebbe però stato ritrovato nelle vicinanze dell’auto che presentava piccoli segni di bruciato. Forse i responsabili dell’atto criminale sono stati spaventati da qualcuno coì da rinunciare e ripiegare sul danneggiamento degli pneumatici.
Gli investigatori, che sull’accaduto mantengono il più stretto riserbo, avrebbero già una pista e ci sarebbero anche dei collegamenti con la vicenda riguardante la morte di Collinzio D’Orazio. Molte risposte sono nei filmati delle telecamere di sorveglianza che si trovano nella zona. Sono state acquisite dai militari dell’Arma che indagano sull’accaduto. Non si esclude che nelle prossime ore possa esserci una svolta nelle indagini.
Mostacci, insieme al presunto complice, secondo la procura di Avezzano, avrebbe continuato nei giorni di ricerca dello scomparso a non dire nulla e a non fornire neppure dati utili per il rinvenimento della vittima che veniva cercato ovunque da volontari e da una task forze di vigili del fuoco, carabinieri e polizia. Anzi, secondo la procura, i due avrebbero addirittura depistato le indagini. Tanto che alla fine fu necessario un imponente dispiegamento di forze, oltre a dei cani da ricerca, per ritrovare il corpo del 51enne. Se l’attentato incendiario all’auto di Mostacci sarebbe collegato al caso, chi poteva avere risentimenti nei confronti del giovane imputato? Su questo stanno lavorando i carabinieri di San Benedetto dei Marsi.