Celano. Ai molti turisti che nel periodo estivo vengono a visitare le Gole sembrerà strano e un paradosso, ma uno dei più bei Canyon dell’intero panorama italiano ed internazionale, è chiuso dal 25/02/2010. Tutto partì da una comunicazione del Servizio di Polizia Provinciale dell’Amministrazione Provinciale dell’Aquila che comunicò al comune di Celano che su una parte del versante destro del Monte Tino che affaccia sulle Gole era presente una spaccatura di spuntoni di roccia, a seguito della quale l’allora Commissario Prefettizio del Comune di Celano Mauro Passerotti adottò un’ordinanza urgente e contingibile, n.21 del 26/02/2010 relativa alla chiusura dell’intera area delle Gole. Per quanto attiene il settore di versante nel quale venne riconosciuta la massa rocciosa in equilibrio precario per la quale venne emessa ordinanza di chiusura, ad oggi, nessun movimento franoso si è verificato.
Ecco il perché della convocazione di una riunione presso il Comune di Celano, convocata dal sindaco Settimio Santilli che ha visto una folta partecipazione di rappresentanti istituzionali dall’onorevole Piccone, ai consiglieri regionali Maurizio Di Nicola e Lorenzo Berardinetti, al sindaco di Aielli Enzo di Natale, al vice Sindaco di Ovindoli Raffaele Siciliano, al dottor Todini della Prefettura de l’Aquila, al geologo Giovanni Gazzetta del Bacino Liri Garigliano, Mauro Contestabile per il Consorzio di Bonifica, il Professor Miccadei dell’Università di Chieti, Igino Chiuchiarelli dell’ufficio parchi regione Abruzzo, Toni Di Renzo, Ezio Ciciotti e lo stesso sindaco Santilli.
A distanza di 7 anni, ha esordito il Sindaco Santilli, nonostante le numerose e ripetute comunicazioni agli enti sovracomunali, con proposte anche progettuali, non è stato mai intrapreso un percorso tecnico/amministrativo definito per risolvere una problematica che ritengo serissima, sia per la sicurezza dei turisti che per l’economia del nostro territorio. Ho convocato la riunione, perché ritengo che è in questo momento, che sussiste un vero pericolo per l’incolumità degli stessi visitatori dovuto sia alla a mancanza di segnaletica di pericolo, sia a quella di strumenti apposti in loco di chiusura dell’intero versante di un’area alla quale si può accedere da diversi punti, essendo la medesima vastissima, con la conseguente mancata contezza del pericolo da parte dei visitatori e incoscienza degli stessi, che nonostante la chiusura formale dell’area, magari ignari, continuano ad attraversarla.
Dalla visione di diversi siti internet di enti su cui ricadono le competenze delle “Gole”, poi, non viene nemmeno citato che queste sono formalmente chiuse e quindi non visitabili, testimonianza quindi di gravi errori di comunicazione, dovuti magari a mancata conoscenza del problema.
E’ opinione personale che non si possa pensare di mettere in sicurezza un’area naturale montana nella sua interezza, che essendo tale, ha insita in se fenomeni per i quali è stata chiusa, ma si debba definire attraverso studi appropriati un percorso condiviso per riaprirla, dalle classi di pericolosità e del relativo rischio della medesima, alla redazione di carte di pericolosità, carte di propensione al rischio di frane da crollo, affinché siano date le giuste informazioni ai visitatori, per le precauzioni tecniche che questi debbano di conseguenza adottare per la loro incolumità.
E’ altresì impensabile, a mio modesto parere, che si possa azzerare in questo momento il fenomeno “incolumità del turista”, con la sola cartellonistica di chiusura, perché la medesima viene continuamente divelta e rimossa, ed inoltre il turista visita ugualmente le “Gole”, avendone accesso da un’infinità di ingressi, nè tantomeno ci si può trincerare dietro ad una ordinanza di chiusura 7 anni or sono, per sentirsi immuni da ogni responsabilità in caso di incidente.
“Bisogna trovare un percorso condiviso per la riapertura in sicurezza delle “Gole” – che il Sindaco Di Natale e il vice Sindaco di Ovindoli Siciliano hanno sostenuto con forza – per un’area unica nel panorama sia Nazionale che Internazionale, che sta causando enormi problemi al nostro turismo, quando invece potrebbe essere la linfa principale per il medesimo e i sindaci del territorio non possono e non devono sentirsi soli ed abbandonati in questi contesti.”
I consiglieri regionali Di Nicola e Berardinetti hanno avanzato delle proposte da presentare ai diversi enti che vanno dalla Regione, allo stesso Bacino Liri Garigliano fino al Ministero dell’ambiente, per la risoluzione del problema.
“Bisogna partire – hanno sostenuto i due consiglieri – dall’inserimento dell’area come Geosito, per poi presentare una proposta di finanziamento tramite Rendis. La cosa immediata da fare è quella di avviare un studio di monitoraggio dell’intero arco interessato dalla possibile frana del masso in oggetto per una valutazione della pericolosità e del rischio da crollo, per arrivare a una simulazione con software sofisticati che simulino fenomeni di caduta per la valutazione degli interventi di protezione. Ci sono economie nel Masterplan Abruzzo che potrebbero essere destinate a uno studio importante del genere che potrebbe risolvere la problematica definitivamente e di cui noi ci possiamo far portavoce”.